Cronaca
Collegio Costruttori di Torino: ‘La burocrazia frena il comparto delle costruzioni’
Per il Presidente Antonio Mattio è necessario pensare ad un piano industriale a sostegno dell’edilizia torinese, sostenendo le imprese per uscire dalla crisi e offrendo concrete prospettive di ripresa.
I punti principali:
– snellire la burocrazia, basti pensare che per aprire un cantiere servono mediamente oltre 50 adempimenti diversi prima dell’inizio effettivo dei lavori. Inoltre si è moltiplicato il numero dei committenti pubblici e le piattaforme elettroniche non sono regolamentate;
– accendere nuovi investimenti infrastrutturali, bene comune per tutto il territorio e investimenti in rigenerazione urbana;
– riattivare il circuito del credito;
– ridurre il carico fiscale sul settore.
Questa è la “ricetta” dei costruttori torinesi per risollevare un settore che, dopo oltre 10 anni di crisi, ne paga ancora gli effetti e dove le imprese sopravvissute sono in allerta. Ed è questa la situazione che i costruttori discuteranno questo pomeriggio nella consueta Assemblea annuale dei soci alla quale hanno invitato i neoeletti assessori regionali all’urbanistica, alle opere pubbliche e al bilancio, Fabio Carosso, Marco Gabusi e Andrea Tronzano.
“Alla luce del drammatico dato su una disoccupazione giovanile pari al 30% nella provincia di Torino, ricordiamo che il nostro comparto non è delocalizzabile e spesso ci si dimentica il contributo che dà all’economia locale: i tributi complessivi ascrivibili agli investimenti immobiliari a Torino e provincia possono essere stimati in poco più di 3 miliardi di euro all’anno.” Il Presidente dei costruttori torinesi Antonio Mattio sottolinea che “per ogni euro di investimento si generano circa 3€ di fatturato nell’economia. Queste sono le reali ricadute del nostro settore sull’economia che nessuno sembra tenere in considerazione”.
I dati: il 78,4% delle imprese associate non ha fatto investimenti nel I semestre 2019. L’occupazione non cresce e il 62% delle imprese dichiara di non avere avuto necessità di ulteriore manodopera specializzata: un impoverimento di know how delle imprese del settore è un sintomo di una crisi che potrebbe essere senza ritorno. Sul piano delle opere pubbliche il mercato è in assoluta stagnazione. Al 30 giugno 2019 sono stati pubblicati a Torino e provincia bandi per circa 150 milioni di euro, sostanzialmente in linea con il 2018 e ben lontani dai 750 milioni di euro banditi nel 2009. Nel Comune di Torino sono state bandite, nel 2018, opere per circa 20 milioni di euro contro gli oltre 100 milioni del 2008. C’è molta soddisfazione per le recenti dichiarazioni del Presidente del Consiglio Conte sulla Torino-Lione, ma quest’ultima non basta a risolvere e a rilanciare sul piano infrastrutturale la nostra città, la nostra provincia e comunque il territorio regionale.
Anche con il sistema del credito le imprese si trovano in difficoltà: si è registrato un calo di oltre il 69% delle erogazioni annue dal 2007 al 2018. “Gli altri settori hanno visto una forte crescita del credito all’investimento, soprattutto dal 2015 a oggi – commenta Mattio. Questo è un segnale ulteriore della criticità in cui versano i nostri imprenditori poiché, in assenza di un’apertura al credito, gli investimenti sono sempre più difficili da attuare”.
Sul piano dell’edilizia privata, nel 2018 le transazioni in città sono aumentate del 4,3%, nel resto della provincia del 5,8%. L’incremento però è legato al mercato dell’usato: i permessi di costruire per le nuove costruzioni hanno registrato un calo della superficie utile abitabile del 45,2%.
“Siamo inoltre preoccupati della situazione di stallo in cui ci troviamo – conclude il Presidente Mattio. Abbiamo bisogno che il nuovo assessore all’urbanistica della Città di Torino sia nominato al più presto e che tenga conto non solo dell’immediatezza, riattivando subito le iniziative in sospeso, ma che abbia anche una visione strategica della città da qui ai prossimi 30 anni”.
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