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Al Flowers Festival la storica cantautrice e attivista americana Joan Baez
Una serata magica per l’ultimo concerto in Italia di Joan Baez, storica cantautrice e attivista americana. Sul palco, ancora una volta, per il suo ultimo “Fare thee well tour”, al Flowers Festival di Collegno.
Introdotta sul palco da Fabrizio Gargarone, direttore artistico del festival, che dopo aver portato Ezio Bosso, bissa con un’altra serata incredibile, portando al Flowers Festival, Joan Baez.
“In un momento dove la memoria sembra non avere più valore, diventa ancora più importante ricordare”, queste le parole Fabrizio, che sceglie Joan, vera icone della storia e della cultura americana, come veicolo per rappresentare questo fondamentale concetto.
Una serata a contatto con un mito assoluto della musica e dei movimenti di protesta degli anni Sessanta, che vanta una incredibile carriera musicale, che l’ha portata in giro per il mondo per oltre mezzo secolo e a collaborare con musicisti che, come lei, hanno fatto la storia del rock, da Bob Dylan, a cui fu legata sentimentalmente, ad altri grandi artisti, per citarne alcuni Woody Guthrie, Pete Seeger, Jackson Browne, Paul Simon, The Rolling Stones e Stevie Wonder.
Un’irripetibile occasione per sentire ancora una volta la sua meravigliosa voce, che le è valsa il soprannome di “usignolo di Woodstock” e per sedersi al cospetto di un vero mito, che non solo ha pubblicato decine di dischi vendendone milioni di copie, ma che marciato con il movimento per i diritti civili di Martin Luther King, che ha organizzato e sostenuto movimenti di opinione per la resistenza alla guerra del Vietnam, che ha sostenuto le Dixie Chicks nel protestare contro la guerra in Iraq e che è salita sul palco ad Hyde Park per celebrare i novantanni del suo grande amico Nelson Mandela. Insomma, un personaggio che va oltre la musica e che per mezzo secolo si è mossa da protagonista dentro la cultura popolare e dentro la storia americana e mondiale.
Difficile scegliere un momento della sua meravigliosa scaletta, tra brani epocali che hanno accompagnato intere generazioni, come “Diamonds & Rust”, “Farewell Angelina”, ”Suzanne”, “It Ain’t Me, Babe” frutto del suo lavoro oltre che delle sue storiche collaborazioni. Non mancano le cover di Gianni Morandi cantate insieme al pubblico, “Un mondo d’amore” e “C’era un ragazzo”, una toccante versione di “Another World”, meraviglioso pezzo di Antony and the Johnsons e per chiudere l’immancabile “Imagine”, cantata imbeccando il testo al pubblico, un momento corale sempre molto apprezzato dei suoi concerti.
Una lacrima ci è scesa, pensando al suo addio alle scene, una metafora del tempo che passa. Ci resta però la sua musica, quella rimarrà intatta in tutta la sua forza.
Report e Foto di Paolo Pavan e Sara Arrabito
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