Piemonte
Estesa la “zona rossa” intorno al cantiere Tav in vista del campeggio No Tav e del festival “Alta Felicità”
La Prefettura di Torino ha esteso la “zona rossa” intorno al cantiere di Chiomonte, in Val di Susa. Il provvedimento è scattato in seguito ad una segnalazione della questura, che ha definito “significativamente preoccupanti” per l’ordine pubblico le circostanze che accompagnano l’organizzazione di un campeggio No Tav e del festival musicale “Alta Felicità” in programma a Venaus dal 27 al 30 luglio. La misura ha efficacia da ieri e fino a lunedì 29 luglio e prevede forti limitazioni al traffico di persone e mezzi di trasporto.
La decisione solleva le critiche del Movimento 5 Stelle: “I cittadini residenti in queste zone avranno l’obbligo a restare chiusi in casa, una sorta di condanna agli arresti domiciliari per chi ha la sola colpa di essere residente a pochi passi dal cantiere Tav – dice la consigliera regionale Francesca Frediani – Ancora una volta i diritti elementari dei cittadini della Valsusa, come quello alla libera circolazione, vengono calpestati. Stupisce il silenzio con il quale gli amministratori locali accolgono gli effetti di questa ordinanza che impatta pesantemente sulla vita dei propri concittadini”.
Non manca la presa di posizione da parte dei No Tav. La successione delle ordinanze con cui “da circa otto anni” la Prefettura di Torino limita il diritto di circolazione in Valle di Susa nella zona del cantiere del Tav è “incostituzionale”, accusa l’avvocato Massimo Bongiovanni, del legal team No Tav. Il punto, secondo l’avvocato, è che le varie ordinanze (l’ultima è dello scorso 17 luglio) continuano ad avere sempre “lo stesso numero identificativo” e vengono reiterate – con l’aggiunta di qualche variante – nonostante la Corte Costituzionale abbia “previsto che tali provvedimenti debbano essere strettamente limitati nel tempo in relazione ai dettami della necessità e dell’urgenza”. Bongiovanni parla di una “invasione del prefetto di Torino nell’alveo della funzione legislativa del parlamento” che “ha generato un evidente e sostanziale conflitto di attribuzione tra i poteri dello Stato”
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