Ambiente
Spott2, cinque anni e un milione 650 mila euro per monitorare gli effetti del termovalorizzatore del Gerbido
Il Comitato locale di controllo sul termovalorizzatore di Torino, al Gerbido, ha approvato il nuovo programma di biomonitoraggio che sarà denominato Spott 2, acronimo di Sorveglianza sulla salute della popolazione nei pressi del termovalorizzatore di Torino.
Si tratta di una nuova campagna di controlli su un campione “statisticamente significativo” di cittadini residenti entro l’area di 2 Km di ricaduta dei fumi dell’impianto e di nuovi studi sull’inquinamento.
Spott 2 durerà cinque anni (2020-2025) e sarà coordinato da Cristiana Ivaldi, responsabile del servizio di epidemiologia di Arpa Piemonte. Il coordinamento da parte di un ente scientifico garantisce la terzietà rispetto al Comitato locale di controllo che è un organismo (appunto, di controllo) di rappresentanza politica dei comuni e della Città metropolitana e che, a sua volta è “terzo” rispetto a Trm..
Gli interventi di Spott saranno tutti vagliati da un Comitato tecnico-scientifico, mentre i monitoraggi sulle persone saranno anche approvati dal Comitato etico di zona.
L’intero programma Spott 2 costa circa un milione 650mila euro, interamente pagati da Trm, la società che gestisce l’inceneritore.
Il Comitato locale di controllo (dove sono intervenuti per la prima volta i nuovi rappresentanti delle neoelette amministrazioni di Beinasco e Rivoli) ha approvato il programma, ma sarà la Città metropolitana che siglerà una convenzione con Trm per il trasferimento delle risorse economiche ripartite nei cinque anni. La Città metropolitana, a sua volta, trasferirà le risorse agli enti che svolgeranno le singole parti del programma.
La presidente del Comitato locale di controllo, la consigliera metropolitana delegata all’ambiente, Barbara Azzarà, ha espresso ai rappresentanti dei Comuni e degli enti di controllo, la propria soddisfazione per l’avvio di questa nuova stagione di monitoraggi.
“Per realizzare questa campagna di studi sulle ricadute ambientali e sanitarie dell’inceneritore – ha detto Azzarà – abbiamo voluto la massima condivisione di tutti i soggetti sanitari e di vigilanza ambientale, oltre alla condivisione dei Comuni. Un lavoro lungo che ha portato a un progetto di grande portata scientifica che ha l’unico scopo di tutelare i cittadini e il loro diritto alla salute”.
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