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Lettera aperta dei lavoratori Fca a John Elkann: non chiudete gli stabilimenti italiani

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John Elkann

I lavoratori e le lavoratrici degli stabilimenti torinesi di FCA ITALY e CNHI, in seguito all’annuncio del tentativo di fusione tra Fca e Renault, hanno inviato al presidente John Elkann la seguente lettera aperta:

Signor Presidente,
siamo le lavoratrici ed i lavoratori degli stabilimenti torinesi di FCA ITALY, di CNHI e di diverse aziende dell’indotto automotive, oggi riuniti in assemblea.
Abbiamo tutte e tutti una importante anzianità di servizio, lavoriamo ognuno con il proprio compito e ruolo da molti anni per la produzione delle automobili e dei veicoli industriali dei gruppi FIAT e CNH.
Il nostro lavoro è da sempre considerato, anche nelle parole dell’azienda, una eccellenza del settore, con capacità, conoscenza, professionalità e qualità.
Le logiche della delocalizzazione negli anni hanno visto l’azienda progressivamente trasferire delle produzioni in altri stabilimenti e il numero degli occupati è drasticamente diminuito.
Tutto ciò si è riverberato nelle piccole/medie aziende che per FIAT e CNHI lavorano. Inoltre la mancanza di volumi produttivi adeguati ci ha fatto scivolare nello scomodo mondo della cassa integrazione che dura ormai da più di dieci anni.
Nel 2010/2011 ci venne raccontato che gli investimenti previsti avrebbero permesso il ritorno al lavoro a tempo pieno per tutte e per tutti. Così non è stato.
Anche i piani presentati negli anni successivi non hanno corrisposto alle attese e abbiamo continuato a sopravvivere grazie agli ammortizzatori sociali.
La produzione, che nel 2007 era stata di oltre 200.000 vetture, è scesa a circa 30.000 nel 2018 e ad oggi non ci sono segni di risalita.
Pochi giorni fa, in occasione dell’evento per il centenario dalla fondazione dell’AMMA (l’Associazione delle imprese metalmeccaniche torinesi), Lei, ricordando l’opera dei suoi familiari, ha affermato che tiene alle sorti della nostra comunità e che Torino rimane la capitale dell’auto.
Il nostro territorio, pesantemente segnato da una crisi iniziata oltre dieci anni fa, che ha visto chiudere centinaia di aziende e attività del settore automotive, la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro, che oggi vede Torino e il Piemonte avere dati economici e sociali peggiori di tutte le regioni del nord e del centro, ha bisogno di più prodotti, innovativi, tecnologici e sostenibili per l’ambiente: per fare questo servono maggiori investimenti.
Non frenare, non arrestare, non invertire questo ciclo significherà per Torino e per il Piemonte una catastrofe sociale!
E’ ormai ufficiale la proposta di una fusione tra FCA e un altro costruttore europeo. Se ciò dovesse avvenire ci auguriamo che non siano sacrificati stabilimenti italiani.
Per questi motivi ci rivolgiamo a Lei Presidente, che è a capo dell’azienda e rappresenta la continuità con la storia ultracentenaria della sua Famiglia e della FABBRICA ITALIANA AUTOMOBILI TORINO, perché si istituisca da subito un TAVOLO DI CONFRONTO con tutte le parti sociali interessate, Istituzioni e Organizzazioni sindacali e di categoria, per affrontare la situazione e dare risposte che possano FERMARE IL DECLINO e creare le condizioni per il ritorno allo sviluppo e alla crescita economica e sociale di quella che anche Lei chiama la nostra comunità.
La FIAT ha fatto la Storia del nostro paese e non può abbandonarlo così.
Noi tutti non lo meritiamo.
La FIAT deve continuare a creare, sviluppare, produrre a Torino e in Italia.
Nel ringraziarLa per l’attenzione e l’impegno, nell’attesa di risposte, inviamo i nostri saluti.

Torino, 27 maggio 2019

LE LAVORATRICI ED I LAVORATORI
DEGLI STABILIMENTI TORINESI DI FCA ITALY E CNHI

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