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La strategia del coniglio, intervista con Maurizio Blini

Gabriele Farina

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Nuovo romanzo per Maurizio Blini, con il ritorno in scena dei suoi Meucci e Vivaldi. La strategia del coniglio, Fratelli Frilli Editori, si svolge tra Torino e le colline astigiane, sulla scia del trasloco dello stesso Vivaldi, pronto a tornare nel capoluogo quando viene intercettato da un curioso quartetto locale che si presenta con una storia che ha dell’incredibile.

Tale Antonio Fregapane, tipo solitario di cui nessuno sa nulla, lavoratore, che non ha mai dato problemi a nessuno, vive da sempre solo in un cascinale. Solo che le immagini riprese da un drone hanno mostrato la presenza di quattro ragazzine nel suo cortile. Potrebbero essere parenti in visita o qualunque altro collegamento con Fregapane… ma potrebbero anche essere bambine rapite. Trovate qui la recensione completa del libro.

Maurizio Blini ha risposto alle mie domande.

Tornano Vivaldi e Meucci, entrambi un po’ stanchi, entrambi intenzionati a “farsi i fatti loro”. Eppure una storia che è poco più di un’idea finisce per coinvolgerli totalmente. Come è nata l’idea di questa avventura?

A volte possono essere le semplici suggestioni a indicarti un percorso. Sensazioni e intuito vengono fatalmente attratti da un qualcosa di impercettibilmente anomalo rispetto l’ordine naturale delle cose. Come dire, la solita e irriverente variabile indipendente. E ti ritrovi ostaggio di una forza misteriosa che ti conduce esattamente dove non vorresti andare. Fatalmente.
In questa circostanza i miei protagonisti, prima Meucci in verità e solamente molto più tardi Vivaldi, saranno coinvolti in una strada senza ritorno. Un’idea che è nata proprio dall’esigenza di evidenziare un nuovo conflitto tra i due, una divergenza di vedute, figlia del tempo che passa e delle cicatrici che entrambi portano a fatica.

Bambini rapiti, migliaia di casi rimasti irrisolti in Italia. Come mai hai deciso di affrontare un tema così delicato?

E’ un tema che spesso sfugge alla nostra attenzione. Un fenomeno importante anche nel nostro Paese e che ho voluto affrontare con delicatezza e rispetto, cercando di immedesimarmi empaticamente con tutti i protagonisti, a partire proprio dalle vittime, che come scrivo in epigrafe citando J.K. Rowling, sono sempre gli innocenti.

Nel romanzo c’è però anche una riflessione sulla forza dei bambini, che riescono a ricostruire la propria vita anche in situazioni estreme…

Sì, i bambini hanno una forza di volontà incredibile. Spesso scoprono di averla in situazioni estreme, di pericolo. Piccoli uomini e donne che sanno reagire alle avversità partendo proprio dalle loro fragilità, debolezze e paure. Una storia di riscatto personale e di orgoglio infantile.

Torniamo a Vivaldi e Meucci. A che punto della loro vita li incontriamo?

Dopo la fortunata parentesi de «La ragazza di Lucento», giunta alla terza ristampa, in cui li avevo portati indietro nel tempo, alla loro prima indagine, siamo tornati alla contemporaneità. Entrambi sui sessant’anni, stanchi, e con una serie di ingombranti scheletri negli armadi. Meucci è prossimo alla pensione ma resiste stoicamente perché forse non saprebbe che altro fare, dopo aver dedicato tutta la sua vita alla polizia, mentre Vivaldi, dopo anni veramente difficili, lutti e persino la galera, cerca di ritrovare le motivazioni giuste che lo possano condurre a una nuova vita, a partire dal suo trasferimento da Asti a Torino. Sono anni di bilanci per entrambi, disillusioni e dolori che riaffiorano prepotenti dal passato. Ma la loro amicizia resta salda e inossidabile.

La strategia del coniglio è un libro tosto, che tocca temi di difficile analisi e per di più senza dare giudizi. Quello che più mi ha colpito è stato il rapporto carnefice/vittima. Cosa puoi dirmi su come hai costruito questo aspetto del romanzo.

La difficolta nell’affrontare alcuni argomenti è proprio l’equilibrio. Sono necessari il rispetto e la delicatezza e in particolare modo riguardo il ruolo dei cosiddetti carnefici. Cerco di analizzare l’origine del male, la sua genesi. E non giudico mai. Anzi, a volte i lettori dicono che cerco sempre una qualche remota giustificazione nei loro atti. L’orrore spesso è figlio del dolore. Bene, io cerco di entrarci per ottenere risposte. Con attenzione e rigoroso rispetto.

Aspettiamo Meucci e Vivaldi con nuove avventure?

Meucci e Vivaldi torneranno all’inizio del nuovo anno con una nuova avventura Torinese sempre targata Fratelli Frilli Editori. Titolo e trama Top Secret però.

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