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Piemonte

Le dichiarazioni politiche dal Piemonte del 17 aprile 2019

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Massimo Berruti (FI) sulla Asti-Cuneo:

Dopo gli annunci roboanti, ma purtroppo falsi, delle settimane scorse sullo sblocco della Asti-Cuneo, il Governo continua ad improvvisare pericolosamente. Con i loro annunci vuoti e le loro falsità, Conte e Toninelli si confermano nemici del Piemonte, dei suoi cittadini e delle imprese. Se ci fosse del vero nelle dichiarazioni fatte sulla A-33 non sarebbe difficile mostrare gli atti che chi governa con responsabilità sa produrre. Conte e Toninelli continuano invece a non farlo, a mentire e a bloccare il Paese. Si fanno riprendere dalla Commissione europea alla quale fanno proposte che non rispettano gli accordi presi e sono più onerose per tutti e soprattutto non pensano ai cittadini e alle imprese che chiedono infrastrutture, sviluppo e crescita. Tutte parole che questo Governo non ha nel suo vocabolario. Gli italiani e i piemontesi sono stanchi di questo tirare a campare e presto lo dimostreranno.

Asti-Cuneo, i consiglieri PD: tornare subito al progetto Delrio
È stato presentato oggi per il prossimo Consiglio Comunale di Cuneo un ordine del giorno a prima firma di Sara Tomatis e sottoscritto da tutto il gruppo consiliare del PD nonché da tutti gli altri gruppi di maggioranza. L’impegno richiesto al sindaco Borgna è quello “ad intervenire presso le competenti istituzioni affinché si dia corso all’originario finanziamento proposto dal ministro Delrio ed approvato dalla Commissione Europea nell’aprile 2018 dando celere esecuzione al completamento dei restanti 9 km dell’Autostrada A33 Cuneo-Asti ed alle opere accessorie previste.”
C’è quindi la possibilità di una dura presa di posizione da parte del Consiglio comunale di Cuneo , a poco meno di un mese dall’arrivo nella Granda del premier Conte e del Ministro delle infrastrutture.
“La proposta di finanziamento della A33 del ministro Toninelli è irrealizzabile perché inaccettabile in base alle regole europee sulla concorrenza – dichiara la consigliera Sara Tomatis – e tutte le sue affermazioni sugli eventuali risparmi sono prive di fondamento e di documentazione. Abbiamo chiesto al sindaco Borgna che si faccia il possibile per tornare all’accordo precedente, quello firmato da Graziano Delrio, con il quale i cantieri sarebbero già potuti partire da mesi. Con la soluzione Toninelli l’Asti-Cuneo è bloccata. Ma i cittadini e le imprese non possono più aspettare: c’è un accordo approvato, si vada avanti con quello.”

Rosso (FI) riguardo al passaggio al digitale di nuova generazione:

Grazie ad un mio ordine del giorno, accolto dalla maggioranza giallo-verde come collegato al Decreto Fiscale, avevo impegnato il Governo a stanziare contributi per venire incontro alle spese che avrebbero dovuto sostenere gli italiani per adeguare le proprie TV allo switch off imposto proprio dall’esecutivo per adeguare il sistema delle frequenze al 5G. Una scelta che non porterà alcun vantaggio ai cittadini italiani, in termini di qualità del servizio, ma solo alle casse dello Stato le quali vedranno garantita una entrata di 6miliardi e mezzo. Peccato che come confermato dal sottosegretario Sviluppo Economico Michele Geraci lo stanziamento previsto ammonti solo a 150milioni di euro. Una cifra del tutto inadeguata, rispetto all’incasso pubblico dalla cessione delle frequenze alle compagnie telefoniche e al danno che subiranno gli italiani. Si calcoli che in Italia ci sono 40milioni di TV e che solo 6milioni sono adeguate a ricevere il nuovo segnale. Gli altri dovranno comprare un decoder per un costo che ammonterà a cura 1 miliardo a loro carico. Solo per il Piemonte si parla di circa 120milioni di euro che dovranno scucire i piemontesi per continuare a vedere le trasmissioni televisive. Ho rimarcato l’esigenza di un incremento delle risorse stanziate e di una corretta informazione dell’utenza che non essendo a conoscenza del nuovo switch off, rischia di farsi allettare da offerte miracolati su TV che fra un paio di anni dovranno rottamare. Ripresenterò un emendamento al bilancio per implementare le risorse messe da parte dal Governo.

Roberto Rosso (FdI):

Centinaia di lavoratori Amiat, dal 1998 a oggi, sono stati dichiarati totalmente inabili al lavoro per le mansioni svolte presso l’azienda municipale di igiene ambientale, ma per Amiat non vi è alcun rischio lavorativo per i dipendenti. Il numero delle dichiarazioni di inabilità cresce con gli anni, così come le richieste di risarcimento per i danni subiti inoltrate all’Inail. Il Comune è di fatto proprietario di Amiat: cosa sta facendo per risolvere questa situazione che sembra ormai fuori controllo? Esiste un percorso condiviso per chiarire quali siano le cause di un così alto numero di inabilità dichiarate? C’è qualcosa da migliorare nelle procedure lavorative di Amiat?

 

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