Tav, imprese minacciano azione legale, ma Palazzo Chigi conferma il rinvio dei bandi.

Le categorie produttive sono pronte a una azione legale in caso lunedì 11 marzo non partano i bandi per la Torino-Lione. L’annuncio è stato fatto alla fine dell’incontro tra associazioni e parlamentari piemontesi di PD, Forza Italia e Lega. Mancavano al tavolo proprio i rappresentanti del Movimento 5 Stelle, che sono da sempre contrari all’opera.

Nonostante le associazioni abbiano minacciato che adotteranno “tutte le azioni esperibili nell’ipotesi in cui non venissero pubblicati i bandi nei termini previsti, oppure messe in atto procedure volte a rallentare o contrastare il corretto completamento dell’iter necessario alla realizzazione dell’opera”, Palazzo Chigi ha negato la voce di una lettera a Telt in cui si dava il via libera ai bandi dei lavori al tunnel di base della Tav con la clausola di dissolvenza. Questa clausola permetterebbe al governo italiano, in caso non ci sia la volontà politica di proseguire, di dichiarare “senza seguito” una procedura di gara già pubblicata. Ma a quanto dicono numerose fonti del Governo, non ci sarà nessun bando lunedì.

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, fuga ogni dubbio pubblicando su Facebook la lettera a Telt e la risposta della società italo-francese. Il Premier ha invitato Telt ad “astenersi, con effetti immediati, da qualsiasi ulteriore attività che possa produrre ulteriori vincoli giuridici ed economici per lo Stato italiano con riguardo ai bandi di gara”. La Telt ha risposto che per ora darà il via agli “avis de marchés” (gli inviti a presentare candidatura) solo dei lotti francesi del tunnel di base, in modo da rispettare il termine del 31 marzo per la presentazione alla Commissione per il finanziamento per l’anno 2019.

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