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Cronaca

Stefano Leo, ucciso per una foto sul cellulare. Attendibile il testimone

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Secondo il testimone che avrebbe fornito anche l’identikit dell’assassino di Stefano Leo, sgozzato sabato mattina sulla passeggiata lungo il po, vicino ai murazzi, l’uomo sedeva nervoso su una delle panchine, quando il testimone ha estratto il cellulare dalla tasca, questi gli ha urlato contro: “Non mi fotografare, che cavolo fai con quel telefono?”. Il testimone allora, si è allontanato in fretta dall’uomo. Non voleva grane.

La descrizione fornita sarebbe attendibile perché le telecamere, che non hanno filmato l’omicidio, hanno però registrato un uomo sulla trentina di carnagione olivastra con i capelli scuri, ricci, rasati da un lato, fisico longilineo e alto circa 1,75 m. In mano stringe una borsa, nella quale potrebbe celare il coltello che ha usato per uccidere Stefano, non ancora ritrovato e si allontana velocemente dal luogo del delitto. Sempre secondo il testimone, potrebbe essere straniero, ma parla bene italiano.

Gli investigatori pensano che l’uomo avrebbe avuto un diverbio per lo stesso motivo raccontato dal testimone, ma Stefano, che aveva gli auricolari, non avrebbe subito capito. L’uomo si è avvicinato alla vittima frontalmente e l’ha poi uccisa con una sola coltellata alla gola.

Ora si cercano nuovi testimoni che possano aiutare le indagini, come una coppia e una ragazza ripresi dalle telecamere di sorveglianza. Intanto, un nuovo testimone si è presentato dai carabinieri.

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