Cittadini
Sfrattata una famiglia con tre bambini: inascoltata la richiesta di aiuto all’emergenza abitativa
Il 12 febbraio Gentian Zhivaraj, con la madre, la moglie e tre bambini di 6, 8 e 9 anni sono stati sfrattati dalla casa che avevano in affitto in strada della Pronda, quartiere Pozzo Strada. Se non fosse stato per i volontari della Conferenza di San Vincenzo della parrocchia don Murialdo, sarebbero finiti in strada.
Gentian Zhivaraj, 38 anni, era arrivato in Italia dall’Albania che non aveva ancora vent’anni. Ha sempre lavorato come artigiano edile con la partita iva e aveva così mantenuto la sua famiglia in una casa decorosa, pagando 500 euro di affitto. Cifra che non ha più potuto pagare per alcune vicende familiari e di salute dal gennaio 2018. Prima, la morte del padre e la spedizione della cui salma in Albania ha indebitato Gentian, poi l’infortunio al braccio, che l’ha obbligato a casa e infine la diagnosi di un tumore alla parotide ha fatto il resto. Sopravvivevano in 6 con il reddito di inclusione di 500 euro, che bastavano a malapena per il mangiare e le medicine.
Avevano opportunamente richiesto una casa popolare nel febbraio 2018, ottenendo un punteggio di 13, molto alto, ma il comune fa sapere che è fermo alle graduatorie precedenti e che ci sono persone che aspettano dal 2012 una casa. Non sarà possibile assegnarne una alla famiglia Zhivaraj prima del 2020. Intanto sono ospiti di un albergo, pagato dalla Conferenza di San Vincenzo, e ai bimbi hanno detto che la loro casa è in ristrutturazione.
L’8 novembre, tre mesi prima che lo sfratto diventasse esecutivo, Gentian ha chiesto aiuto agli uffici dell’emergenza abitativa, un pronto soccorso dell’edilizia pubblica che dovrebbe aiutare i casi più urgenti. Ma la loro pratica a oggi non è ancora stata esaminata. In genere cercano di intervenire prima dello sfratto, ma le richieste sono superiori al numero di 250 casi che l’ufficio riesce a evadere all’anno.
Foto: Google Street View
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