Cronaca
Cuneo, 2.500 confezioni di cibo sequestrate dai carabinieri
I Carabinieri del Comando Compagnia e del Gruppo Carabinieri Forestale di Cuneo, sulla base di servizi coordinati disposti dal Comando Provinciale in materia di contrasto all’illegalità diffusa in materia agroalimentare, hanno eseguito una serie di controlli straordinari in città e in particolare nella zona di Corso Giolitti e via Silvio Pellico ove, già da qualche tempo, erano pervenute segnalazioni dai cittadini residenti in merito ad una situazione di degrado che affliggerebbe l’area.
Il controllo si è sostanziato nell’identificazione e contestuale perquisizione personale di diversi soggetti la cui presenza in quelle aree destava più di qualche sospetto, in relazione a possibili condotte di spaccio di sostanze stupefacenti, e in diversi controlli in materia agroalimentare, effettuati con il supporto anche del servizio ASL CN1, degli esercizi commerciali insistenti nelle due arterie stradali che si connettono alla stazione ferroviaria.
Proprio in quest’ultimo campo, a seguito delle varie ispezioni effettuate, venivano contestate sanzione amministrative a diversi soggetti, nordafricani, cinesi, albanesi e bengalesi, titolari degli esercizi commerciali dediti alla vendita al pubblico di prodotti alimentari.
I Carabinieri operanti contestavano infatti tre sanzioni amministrative, pari a circa 4.500 euro, in materia di rintracciabilità dei prodotti, con contestuale sequestro di nr. 115 prodotti tra cui pesce (soprattutto granchi), hamburger e carne varia, focacce, pancetta, fichi secchi, lenticchie, nocciole, mandorle, riso, carne di anatra, vari tipi di legumi per un valore commerciale pari a euro 1.000, mentre altre quattro sanzioni amministrative, pari a circa 8.000 euro, venivano contestate in materia di obbligo di informazioni sui prodotti alimentari, con ulteriori sequestri di nr. 2.266 pezzi di pesce confezionato, patatine, merendine, riso, cereali, noodles, gamberi, pasta, caramelle, bevande varie, zucchero, pollo, germogli di soia e altri prodotti alimentari tra cui spezie per un valore commerciale pari a euro 9.000.
Gli alimenti venivano quindi tolti dal mercato perché presentavano profili evidenti di rischio in materia di sicurezza ed igiene, evitando così, soprattutto in questo periodo natalizio, che quegli stessi prodotti potessero finire sulle tavole imbandite delle famiglie cuneesi, ignare di cosa avrebbero consumato, non essendo ben chiara l’origine e la qualità di quanto acquistato.
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