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Cronaca

Gruppo di ragazzi Down cacciato da una pizzeria a Torino : non sappiamo come gestirli, poi il gestore si scusa

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Brutta vicenda in una pizzeria a Torino . Un gruppo di 4 ragazzi down che volevano cenare nel locale sono stati allontanati perchè i gestori:  “Non sapevano come come gestirli” secondo quello che raconta la madre di uno di loro via Facebook

Questa sera è accaduta una cosa che in tanti anni non mi era mai sucessa e che ci ha provocato un’amarezza incredibile.
L’amarezza non è stata solo mia purtroppo, ma anche dei ragazzi che vedete in foto è dei loro famigliari.
Sono ragazzi della squadra di nuoto di Gabriele, ragazzi veramente in gamba. Oggi ci hanno fatto una sorpresa e sono venuti a trovare Gabriele a Torino. Abbiamo prenotato per 11 persone per le 20,15 nella Trattoria CASA AMARO, un locale nella via vicina al residence dei nostri amici, segnalando il nostro unico problema, la celiachia di uno dei ragazzi. Era tutto ok. Quando siamo arrivati è però accaduto il fattaccio.
C’erano solo 2 clienti al momento dek nostro arrivo ed il nostro tavolo era pronto. I ragazzi, affamatissimi, si sono accomodati uno vicino all’altro e stavano già preparando le posate, ma il titolare o chi per lui, un tizio con la barba, si è avvicinato a me a ad un’altra mamma e ci ha detto, in maniera molto scortese, che dovevamo avvertire della presenza di 4 disabili perché il locale era piccolo, il sabato sera era pieno e loro non sapevano come gestire…
MA GESTIRE COSA? I nostri ragazzi sono adulti ed educatissimi, mangiamo tutti rigorosamente con coltelli e forchetta e avrebbero potuto organizzare loro, senza problemi le loro attività, visto che, come dichiarato, loro non erano i grado. Abbiamo ribadito che l’unica cosa da segnalare l’avevamo segnalata, ma ci hanno ripetuto per altre due volte almeno la stessa cosa. I ragazzi, che ovviamente hanno capito tutto, sono rimasti malissimo e noi tutti peggio di loro. Li abbiamo fatti alzare e ce ne siamo andati con una rabbia e un grosso dolore condiviso. Anche una famigliola che era entrata dopo di noi ha lasciato il locale. Brava gente. Il sabato a quell’ora i locali sono tutti pieni, ma uno dei titolari di CASA BROGLIA si è messo al telefono e ci ha trovato un ristorante poco vicino, LE RONDINI. Persone fantastiche, sia i primi che i secondi gestori. Come fantastici sono stati i gestori della FASSONERIA in cui è stata scattata la foto del post dopo il pranzo, che hanno coccolato i nostri ragazzi e gli hanno fatto moltissimi complimenti. Per i primi non ho molto altro da aggiungere, solo una cosa, mi auguro che la loro attività chiuda al più presto, perché chi si comporta in quel modo non dovrebbe svolgere attività a contatto con il pubblico.
I ragazzi hanno mangiato, ma sono ancora molto amareggiati. Quell’individuo è riuscito a rovinarci una bellissima giornata. Buon pro gli faccia.

“I nostri ragazzi sono adulti ed educatissimi, mangiamo tutti rigorosamente con coltelli e forchetta e avrebbero potuto organizzare loro, senza problemi le loro attività. I ragazzi hanno capito tutto e ci sono rimasti malissimo con una rabbia e un grosso dolore condiviso

I ragazzi erano molto dispiaciuti per l’accaduto: ci siamo meravigliati anche noi perché erano ragazzi tranquilli e assolutamente autonomiI ragazzi hanno mangiato ma sono ancora molto amareggiati.”

Aggiornamento delle 15.00 e delle 18
Il gestore del locale si è scusato telefonicamente con la madre che ha fatto la denuncia sui social e ha scritto su Facebook

sono Giuseppe il signore con la barba,ieri sera e’ capitato un grosso malinteso qui nel nostro ristorante.
Per primo vorrei chiedere scusa a quattro ragazzi di cui purtroppo non so il nome ma ai quali con grande rammarico ho fatto passare una brutta serata,
alle persone che erano con loro e ai loro genitori .
cerco di spiegare cosa e’ accaduto….
durante la serata nelle varie prenotazioni dei tavoli ho accolto una prenotazione da undici persone tra l’altro carinamente mandate dal residence di fronte a noi,un unico accorgimento che ci e stato posto era per una persona celiaca.
all’arrivo del gruppo purtroppo ho posto male una domanda (riusciamo a gestire questa situazione)poiche’ tra queste persone c’erano i quattro ragazzi che chiamerei persone speciali.
Ci tengo a dire che la mia domanda male impostata e poco felice per loro non era un non voler accogliere questo gruppo di persone ,ma di poter capire se ci fossero delle esigenze particolari per poterli accogliere al meglio.
il nostro ristorante e’ molto piccolo e riuscire a far stare bene e comodi tutti i clienti e’ il nostro scopo finale.
Con un po’ di stress e stanchezza ci si e’ trovati davanti a una situazione non bella soprattutto per i ragazzi,che si sono sentiti respinti e non hanno cenato dove avrebbero voluto.
Ci tengo a dire che la frase infelice e’ uscita dalla mia bocca ma il concetto era sbagliato mi sono preoccupato di poter far stare al meglio queste persone ma non avevo nessuna intenzione di mandarli via.
Sia per me che per il mio compagno e per il personale di cucina nessuno di noi discrimina o offende persone di qualsiasi origine etnia orientamento sessuale e personalita’,
soprattutto avendo in primis conoscenze, amicizie e familiari nelle stesse situazioni.
un grosso malinteso un grande dolore per tutti.
Sbagliando come sempre si impara di piu di quello che si e’ appreso fino ad oggi.
Con grande rammarico spero che le mie scuse possano essere accettate ,come e’ giusto il problema l’ho creato io e mi prendo la responsabilita ,il mio compagno e chi collabora con noi non ha nessuna responsabilita’ in merito.
Mi farebbe piacere in qualche modo poter rimediare soprattutto col cuore, avendo io per primo affrontato tante sgradevoli situazioni in molti anni della mia vita ,e non auguro a nessuno di subirne.

Su Trip Advisor il locale ha ricevuto decine di recensioni negative

Un altro avventore del locale ha però raccontato la sua versione dei fatti

Sono costretto a riportare un episodio vergognoso accaduto ieri sera a Torino.

Ore 20, sto finendo di cenare in un piccolo ristorante nel centro della città. ll locale (“Casa Amaro”, via San Domenico) è vuoto. Noto da subito un tavolo da una decina di persone nel centro della sala, prenotato. Mentre sto finendo il mio (triste) dolce entra questo gruppo di una decina di persone. Tra di loro 4-5 portatori di handicap, tra l’altro senza nemmeno carrozzine o cose che potessero arrecare in qualche modo disturbo. Noto marginalmente la cosa e mi diverte il fatto che i ragazzi siano simpatici e scherzino tra loro.

Tuttavia non fanno nemmeno in tempo a sedersi che vengono subito presi di mira dal cameriere (forse il gestore?), che con argomentazioni inesistenti si rende protagonista di un episodio non degno di un Paese democratico (sì, lo penso davvero.) “Se ci sono dei disabili me le dovete dire quando prenotate, invece mi avete detto solo che c’era un ragazzo celiaco, non esiste!”. Io, confuso, non capisco neanche esattamente cosa stia succedendo, mentre segue inevitabile battibecco di qualche minuto.

Il risultato? Cacciati via, tra inutili proteste. Dieci persone cacciate da un ristorante che avevano regolarmente prenotato, di sabato sera, nel centro di Torino. Senza nessuna motivazione.

Nel frattempo, mentre il dolce mi va di traverso, chiedo conferma di quanto avvenuto al simpatico cameriere, convinto di aver frainteso la vicenda. Macché. Il signore, visibilmente turbato, mi conferma tutto. “Scusa, ma nella pratica, che problemi ti avrebbero potuto creare?” chiedo, tra il confuso e l’incazzato. Visibilmente nervoso, risponde: “Sono 20 anni che faccio questo lavoro, questo tipo di clienti mi rovina la serata, fa rumore, è difficile da gestire. Non posso farli mangiare qua”. E quindi a casa. Cenino a casa loro. Come animali, loro qui non possono entrare.

Di questi ragazzi, che fino a pochi minuti prima si stavano comportando come chiunque altro (come persone “normali”, guarda cosa mi tocca dire) mi hanno colpito i volti, che di colpo si sono riempiti di incredulità, tristezza, rabbia. Sconvolto, me ne vado il prima possibile.

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