Asti
Morenito bloccato in Italia dal decreto sicurezza, non può lavorare
La storia di Morenito è una tra le tante. Lui ha 25 anni, arriva dal Bangladesh. La sua richiesta di asilo politico è stata bocciata tre volte in Commissione per il riconoscimento di protezione internazionale, ma lui non può nemmeno ornare indietro, perchè non ci sono i soldi.
Morenito è rimasto ospite dell’associazione Arborvitae a San damiano d’Asti per due anni, poi il percorso per lui si è concluso.
“Ha lavorato con noi con tirocini e progetti ed è proprio un bravo ragazzo – spiega il presidente di Arborvitae, Marco Burdese – non abbiamo più strumenti per proteggerlo. Per vivere, vende rose tra Asti, Alba e San Damiano. Avrebbe già un lavoro sicuro ad Asti presso un ristoratore, una richiesta scritta che vale solo nel caso che riuscisse ad ottenere i documenti. Sono solo i primi effetti di un incentivo alla clandestinità che vogliamo evitare”.
“Sono scappato dalla povertà e, arrivando in Libia ho subito cercato un lavoro per mandare soldi a casa, le spese sono tante. Facevo contenitori di cartone, dalle sette del mattino all’una di notte mi pagavano 400 dinari al mese (circa 120 euro). C’era la guerra e la situazione era molto dura, in strada eravamo minacciati con le armi, ci picchiavano e ci rubavano soldi”.
Lui in Libia era arrivato con un volo di linea: il regime mandava a prendere la manodopera legalmente al suo paese, il viaggio era pagato. Poi la guerra fratricida lo ha costretto alla fuga e Morenito è stato obbligato a salire su un barcone per approdare in Italia, la Croce Rossa lo ha portato a San Damiano, dove ha imparato l’italiano, ha lavorato con due tirocini formativi presso un albergo ristorante nel centro di Asti, lo stesso che lo avrebbe tenuto stretto: ma adesso che ne sarà di lui?
A San Damiano tutti gli vogliono bene, una signora gli tiene i fiori al fresco, ha molti amici ma tutti vivono nell’impotenza della situazione che si e venuta a creare.
Qualche giorno fa mentre con la sua bici andava ad Alba per vendere le sue rose è stato investito e ora “la testa mi fa ancora male e ho preso la multa perché il fanalino era rosso e non bianco”.
“Come possiamo aiutarlo – conclude Burdese – ci sentiamo impotenti, la nostra mission è aiutare i più deboli, in questo caso diventa impossibile”.
Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese