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A Torino arriva il Tango Queer, una scelta estetica e politica

Redazione Quotidiano Piemontese

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Il tango non è solo un ballo, è anche un codice: nella sua versione tradizionale, l’uomo guida e la donna segue. Una rappresentazione simbolica potente che parla all’immaginario, che dice di una gerarchia tra i generi e di possibilità negate.

Ma cosa succede se i ruoli vengono ribaltati? O, ancora, se a ballare sono due donne o due uomini? E’ il tango queer: anche in questo caso la scelta non è solo estetica, ma politica. La danza si apre anche alle coppie dello stesso sesso, i ruoli di genere diventano fluidi e interscambiabili, il linguaggio della sensualità conosce nuove espressioni.

Già realtà in Argentina, patria del tango, viene proposto per la prima volta a Torino: è promosso da Arci Torino ed è stato ideato dalle insegnanti professioniste Elena Garis, italiana, e Carolina Gomez, originaria dell’Argentina. Entrambe insegnano da anni a Torino.
Il Torino Tango Queer verrà realizzato in collaborazione con i Circoli Maurice e L’Arteficio. Sarà proprio il secondo, che ha sede in via Bligny, a ospitarlo all’interno dei suoi 400 metri quadri, contenitori di molteplici arti, dalla musica al teatro, dalla fotografia alla pittura e alla danza appunto.

«Sarà un ballo senza genere, libero a tutti» sottolineano le insegnanti, le prime ad avere l’idea di proporre una cosa simile a Torino. In altre metropoli è già una realtà avviata, con incontri e festival. Come si balla? «I ruoli cambiano costantemente, l’obiettivo è condividere, divertirsi, una cosa che sentivamo necessaria perché il tango negli ultimi anni è diventato fortemente schiavo delle regole».

E’ prevista una lezione di prova, aperta a tutti, venerdì 9 novembre alle 20. Il corso di tango queer partirà poi il 16 novembre. Il ritrovo sarà ogni venerdì, sempre alle 20.

«Il Torino Tango Queer nasce dalla collaborazione di più circoli e dei tanti soci che lo hanno accolto con entusiasmo – dice Andrea Polacchi, presidente di Arci Torino – Abbiamo sostenuto fin da subito questo progetto estremamente innovativo e che approda per la prima volta in città, collocandosi tra le attività più interessanti della nostra associazione».

L’iniziativa incarna lo slogan presente sulla tessera di questo anno “Più cultura meno paura”: «Spiega come attività ricreative, cultura popolare e espressioni artistiche possano essere importanti strumenti per contrastare le discriminazioni, i pregiudizi e diffondere i valori su cui da sempre si basa la nostra associazione».

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