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Economia

Automotive. Componentistica italiana: un ottimo 2017, assestamento previsto nel 2018

Redazione Quotidiano Piemontese

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Presentata questa mattina a Torino Incontra l’ultima edizione dell’Osservatorio sulla componentistica italiana, indagine realizzata dalla Camera di commercio di Torino, da ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica) e dal Center for Automotive and Mobility Innovation (CAMI) del Dipartimento di Management dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.

Il contesto internazionale 2017-2018

Nel 2017 la domanda mondiale di autoveicoli ha totalizzato circa 97 milioni di unità, con un rialzo del 3% rispetto al 2016. Nel 1° semestre 2018, con 48,8 milioni di nuove registrazioni, l’aumento tendenziale si attesta al 3,3%. Sul fronte europeo, la domanda di autoveicoli nel 2017 ha registrato un aumento delle nuove immatricolazioni (+3,3%), avvicinandosi ai livelli pre-crisi. Nel 1° semestre 2018, la domanda in UE è ancora cresciuta del 3%, con quasi 9,8 milioni di nuovi autoveicoli. La domanda è tuttavia molto condizionata dalle incertezze che riguardano la circolazione delle auto a gasolio e dall’evoluzione delle normative sia a livello locale sia a livello europeo. In Italia la domanda di autoveicoli è cresciuta nel 2017 del 6,8%, ma rallenta nel 1° semestre 2018 dell’1%.

La produzione mondiale di autoveicoli, sostenuta dall’andamento positivo della domanda, nel 2017 ha totalizzato 97,8 milioni di unità con una crescita del 2,3% rispetto al 2016. L’incremento produttivo mondiale è stato di circa 2,2 milioni di autoveicoli, dovuto, in particolare, agli aumenti in Cina, Brasile, Giappone, Messico, India, Iran e Russia. La produzione in Europa ha totalizzato nel 2017 19,2 milioni di autoveicoli (+0,5% e una quota del 20% sul totale mondiale). In Italia, la produzione di autoveicoli è cresciuta nel 2017 del 3,5%, mentre a gennaio-giugno 2018 registra una contrazione del 2,8%. La produzione industriale del settore automotive nel suo complesso (incluso la produzione di carrozzerie e componenti), dopo gli incrementi del 3% nel 2016 e del 4,3% nel 2017, registra un andamento piuttosto altalenante nei mesi del 2018, che portano il consuntivo di gennaio-agosto a -0,1%, soprattutto per i cali registrati nei mesi di luglio (-5,9%) e di agosto (-5,5%).

L’Osservatorio sulla componentistica italiana – Edizione 2018

Come già nella precedente edizione, anche quest’anno l’Osservatorio, basato su 467 questionari e sull’analisi di 2.190 bilanci, ha incluso nell’indagine, oltre ai tradizionali attori e alle imprese dei ricambi, nuovi settori ad elevata innovazione, come quelli dell’infomobilità e del motorsport, le cui soluzioni trovano sempre più spazio anche nelle auto di serie. Il bacino di riferimento è stato quindi incrementato rispetto alle edizioni passate soprattutto grazie all’individuazione di nuove realtà produttive, in prevalenza subfornitori, coinvolti però in maniera più marginale nelle lavorazioni del settore automotive. Le imprese della componentistica si possono quindi dividere nelle seguenti categorie:

– gli integratori di sistemi e i fornitori di moduli, ai vertici della catena di fornitura, con stabilimenti collocati in prossimità del costruttore

– gli specialisti “puri”, produttori di parti e componenti con un contenuto di innovazione tale da costituire un vantaggio competitivo, tra cui rientrano anche gli specialisti in telematica che si occupano di applicazioni legate all’infomobilità

– gli specialisti in motorsport che, partendo dalla preparazione di autovetture per le competizioni sportive, progettano e realizzano componenti o forniscono soluzioni adottate anche per le produzioni di serie

– gli specialisti in aftermarket, che realizzano parti e componenti che vendono direttamente sul mercato tramite una rete distributiva o consorzi di ricambisti. Possono avere rapporti di fornitura con le Case automobilistiche, ma esistono anche divisioni aftermarket delle stesse case produttrici

– i subfornitori, che producono parti e componenti standardizzati, secondo specifiche fornite dai clienti e facilmente replicabili dai competitor

– i subfornitori specializzati nelle lavorazioni, che realizzano lavorazioni meccaniche quali tornitura, fresatura, laminatura a caldo e a freddo, stampaggio a caldo o a freddo, o trattamenti (galvanici, termici, verniciatura ecc.)

– le attività di engineering e design (E&D), protagonisti nell’ideazione e nella progettazione di una vettura. In questo settore il Piemonte continua a mantenere un’elevata specializzazione: le imprese di questa categoria della fornitura rappresentano il 10,9% del totale a fronte del 6,7% registrato a livello nazionale.

I numeri della componentistica automotive

Nel 2017, l’universo complessivo delle imprese in Italia conta 2.190 unità, con un fatturato generato dal mercato automotive di 46,5 miliardi di euro, in crescita del 6,9%; gli addetti sono 156.463 (+1,3% rispetto al 2016).

L’incremento è stato trasversale a tutti i mestieri della filiera, ma più marcato tra i subfornitori (+10,2%), in particolare quelli delle lavorazioni (+10,9%), dove si è registrata una performance particolarmente brillante. Positive anche le variazioni rilevate per gli specialisti del motorsport (+8,7%) e per i fornitori di moduli e sistemi (+7,9%).

Per quanto concerne i dati occupazionali, l’incremento è stato generalmente più contenuto: gli addetti sono aumentati del +1,3% rispetto all’anno precedente. Gli specialisti del motorsport (+5,0%) e le attività delle lavorazioni (+3,9%) si confermano i mestieri più dinamici sul fronte occupazionale, mentre gli specialisti dell’aftermarket e i sistemisti e modulisti vedono la loro forza lavoro sostanzialmente stabile.

In Piemonte si contano 762 imprese, il 35% del totale italiano, un universo che, con quasi 18,4 miliardi (+6,5%), produce da solo il 40% del fatturato nazionale automotive. Il Piemonte la crescita ha riguardato, a velocità diverse, tutti i diversi segmenti della filiera: analogamente a quanto accaduto a livello italiano, subfornitori, sistemisti e modulisti e subfornitori delle lavorazioni hanno trainato la performance economica, mentre per specialisti, E&D e specialisti dell’aftermarket si tratta di una variazione più contenuta, seppur positiva.

Dinamiche del fatturato e previsioni

Dai risultati dell’indagine sul campo emerge che due fornitori su tre hanno ottenuto nel 2017 un fatturato in aumento, mentre diminuiscono le imprese che lamentano una contrazione (25% rispetto al 35%). Il saldo tra dichiarazioni di aumento e di riduzione del fatturato ha raggiunto pertanto la soglia del +42% (era +31% nel 2016).

La crescita ha interessato quasi tutti i segmenti della filiera, anche quelli che in passato avevano meno beneficiato della ripresa del comparto, in primis i subfornitori, e non solo le medie e grandi imprese, ma anche a numerose realtà meno strutturate. Fanno eccezione, per il terzo anno consecutivo, le attività di Engineering e Design che risultano la categoria più debole della filiera, caratterizzata da una marcata polarizzazione: a un gruppo di imprese particolarmente dinamico nella crescita, si contrappongono attività che riducono il fatturato di oltre 10 punti percentuale. Le prospettive future, nelle opinioni degli intervistati, sono favorevoli per l’84% (erano l’87%), con un rafforzamento tuttavia della quota delle imprese molto ottimiste (8%).

In Piemonte il saldo tra dichiarazioni di aumento e diminuzione del fatturato è più contenuto rispetto a quello italiano (+33%), ma comunque in crescita (era +31% nel 2016). Più contenuta la percentuale di fornitori piemontesi ottimisti (78%; era l’80% nel 2016).

I rapporti con il gruppo FCA

Fiat Chrysler Automobiles nel 2017 ha continuato la sua crescita registrando in termini di volumi i migliori risultati dal periodo pre-crisi del 2013.

In risposta, la filiera della componentistica ha consolidato la propria dipendenza dal gruppo italo-americano: la quota di fatturato generato dal business con FCA è pari al 42%, stesso valore del 2015 (era il 37% nel 2016), con un incremento dovuto sia al fatturato sul mercato domestico, sia a quello estero. Aumenta, in particolare, la quota di imprese per le quali il fatturato generato da FCA rappresenta oltre la metà del giro di affari complessivo, passato dal 37% del 2016 al 41% del 2017. FCA risulta essere, direttamente o indirettamente, nel portafoglio clienti per il 76% dei produttori italiani di parti e componenti.

Per i fornitori piemontesi la dipendenza al gruppo FCA è anche quest’anno più elevata: il 45% del fatturato è generato grazie ai rapporti con FCA (era il 44% nel 2016). La crescita è imputabile soprattutto al fatturato sul mercato domestico (il 33% contro il 32% del 2016), mentre rimane stabile quello estero (il 12%).

Propensione all’internazionalizzazione

Nel 2017 in Italia si è stabilizzata la quota di imprese esportatrici (il 74%), dato lievemente inferiore a quello del 2016 (il 76%), ma di quasi quattro punti superiore a quello del 2013. Le imprese automotive indagate hanno segnato un incremento dei ricavi esteri dell’8,5%. Seppur di rilevante entità, rappresenta una variazione leggermente inferiore a quella complessiva del fatturato (+9,5%), che ha potuto contare ancora sulla crescita della domanda interna.

I mercati di destinazione più importanti sono quelli più vicini. I primi cinque mercati citati per importanza, infatti, restano tutti entro i confini dell’Europa mediterranea e della Mitteleuropa: Germania (25% delle citazioni), Francia (16%), Polonia (13%), Spagna e Regno Unito (entrambi 4,4%). Il rafforzamento degli scambi in Europa ha conseguentemente comportato una progressiva riduzione del peso delle relazioni commerciali con il Nord America (soprattutto Stati Uniti, il 4%) e con i Paesi dell’Asia Pacifica (il 3%).

Quanto al Piemonte, nel 2017 le esportazioni hanno riguardato l’80% dei fornitori regionali (l’82% nel 2016). Germania (16,4%) Polonia (13,2%) e Francia (12,9%) continuano a rappresentare i primi tre partner commerciali dei fornitori piemontesi, mentre gli U.S.A. (3,1%; in Italia 2,6%) si confermano per il terzo anno consecutivo il primo Paese extraeuropeo. L’importanza della penetrazione sui mercati esteri è significativamente riconosciuta anche dalle imprese non esportatrici, considerato che tra esse una su quattro intende avviare in futuro rapporti commerciali all’estero.

Capacità produttiva

La componentistica “in salute”, grazie al favorevole trend che in maniera congiunta ha riguardato l’export e la domanda interna, è riuscita non solo a mantenere, ma anche ad incrementare l’elevato livello di saturazione della capacità produttiva, che nel 2017 si è impennato ad una media dell’81% (era il 78% nel 2016), soglia da considerarsi fisiologicamente ottimale. Anche in Piemonte la capacità produttiva si è mantenuta su livelli elevati (media del 78%, era il 75% nel 2016), e la crescita ha riguardato indistintamente tutti i fornitori.

R&S e Industria 4.0

Per quanto riguarda la ricerca e sviluppo, i risultati dell’edizione 2018 dell’Osservatorio vedono alcuni aspetti migliorativi e altri peggiorativi rispetto alla passata edizione. Se, infatti, diminuisce la percentuale di rispondenti che hanno introdotto innovazioni di prodotto (56% rispetto al 58% del 2017), aumenta la quota di imprese che realizza tali innovazioni attivando processi collaborativi oltre i confini dell’impresa, con una netta diminuzione dell’innovazione prodotta in house.

Se si guarda poi alle imprese che hanno già introdotto una qualche innovazione riconducibile all’Industria 4.0, la percentuale è del 49% (42% in Piemonte). Gli specialisti sono i fornitori che risultano maggiormente attivi in questo ambito, con il 72% che dichiara d’aver avviato iniziative 4.0 e oltre il 40% che ha dei piani di investimento strutturati. Tali investimenti, in generale, hanno riguardato soprattutto le aree della produzione (39%), della qualità (27%), della logistica (18%) e della manutenzione (14%).

Nuovi trend tecnologici

Una diversa cultura della mobilità delle persone, una crescente rilevanza delle questioni ambientali e una sempre maggiore sensibilità al tema della sicurezza costituiscono le nuove sfide del settore automotive. Nonostante un diffuso senso di cautela, alcuni trend cominciano ad essere percepiti come strategici: il 31% dei fornitori vede con favore impatto positivo sul proprio business la riduzione della CO2 (il 32% in Piemonte). Allo stesso modo anche la diffusione di sistemi di alimentazione elettrici (il 28%) e di powertrain alternativi (il 27%) viene riconosciuta di potenziale impatto positivo (rispettivamente il 29% e il 28% delle imprese piemontesi). All’interno della piramide di fornitura sono gli E&D a mostrarsi maggiormente positivi in termini di impatto sul proprio business dei nuovi trend tecnologici.

Se si analizza l’effettiva attivazione di progetti ad alto contenuto tecnologico, il 31% delle imprese italiane sondate ha dichiarato di avervi partecipato nel triennio 2015-2017, dato in linea a quello piemontese (il 30%). Di questi, il 60% ha preso parte a progetti su motorizzazioni e powertrain elettrici ed ibridi, il 51% su nuovi materiali, il 15% sul veicolo connesso e il 15% sulla guida autonoma. Fra i cluster, i più attivi su questo fronte sono i fornitori di moduli e sistemi e gli E&D.

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