Cronaca
Torino, gemelle di 100 anni fanno causa alle Poste Italiane

Il 24 maggio del 1986 acquistò al figlio, Ciro Piermattei, due buoni fruttiferi postali del valore di un milione di lire ciascuno. Adesso, a 32 anni di distanza, dopo la morte del figlio e la scomparsa dei genitori, le due zie, uniche beneficiarie, chiedono di riavere indietro l’importo versato. E soprattutto gli interessi maturati.
Ma sono proprio gli interessi ad essere il nodo della discordia tra Poste italiane e le due zie gemelle di 100 anni, classe 1918, Claudia Pallotta, nata a Campobasso e residente a Napoli, e Francesca Pallotta, nata a Campobasso e residente e Torino.
Legittime beneficiarie
Sul fatto che le due debbano beneficiarie dei buoni non ci sono dubbi: ci spiega l’avvocato Stefano Rossi, dell‘associazione italiana risparmiatori, a cui le gemelle si sono affidate: “Dopo la morte di tutti i parenti le due possono legittimamente reclamare il diritto ai buoni. Non solo: anche se i bfp sono scaduti nel 2016 restano altri 10 anni perché vadano in prescrizione.
Conteggio interessi
Il problema, dunque, è un altro. Gli interessi. Continua Rossi: “Nel fare il conteggio degli interessi Poste italiane non ha applicato un tasso fisso, ma uno variabile, dovuto all’inflazione e alla crisi finanziaria avuta negli anni. Ad oggi i due buoni per Poste equivarrebbero a 12mila 500 euro ciascuno. Secondo le mie assistite invece, l’interesse deve essere calcolato con quello stipulato nel 1986: a conti fatti ogni buono frutterebbe 21mila e 400 euro. Quasi il doppio: è per questo motivo che hanno deciso di fare causa e ottenere il giusto risarcimento.
Iscriviti al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese
