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Le reazione della politica al mancato appoggio del Governo alla candidatura olimpica 2026

Redazione Quotidiano Piemontese

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La notizia della rinuncia da parte del governo centrale ad appoggiare la candidatura di Torino – Milano – Cortina alle Olimpiadi Invernali del 2026 sta scatendando le reazioni degli attori piemontesi. Si è fatto sentire per primo il presidente Chiamparino, che punta il dito contro il Movimento 5 Stelle e contro l’ipotesi di una candidatura dell’ultimo minuto Milano – Cortina.

Se dovesse andare avanti una candidatura Veneto-Lombardia, con il sostegno del governo, sarebbe l’evidente dimostrazione che eravamo di fronte a una manovra per tagliare fuori il Piemonte, manovra che la componente pentastellata non ha saputo in alcun modo fermare, neanche per difendere gli interessi di una città la cui sindaca è una esponente di primo piano del Movimento. La notizia non mi sorprende perché dal momento che Milano e Lombardia non hanno accettato la clausola per il governo imprescindibile che non vi fossero città capofila, il sottosegretario Giorgetti non ha potuto fare altro che prendere atto del fallimento della candidatura a tre. A me non risulta che il Cio possa accettare candidature che non abbiano l’esplicito sostegno del Governo. Si rischia così di escludere l’unica città che poteva presentare impianti ancora adeguati e le condizioni per realizzare davvero un’Olimpiade sostenibile e di alto livello.

Per la sindaca Chiara Apendino

In Piemonte, senza il pieno sostegno e l’impegno economico del Governo non ci sono le condizioni per organizzare i Giochi. La scelta naturale era Torino – dice – ma non ci siamo tirati indietro sulla possibilità di condividere con altri. Oggi prendiamo atto che non ci sono le condizioni per presentare questa candidatura multipla e che il Governo non è disponibile ad assumersi gli oneri finanziari di altre candidature, che siano a una o due città.

Accuse alla Giunta torinese e al governo centrale arrivano anche da Nino Boeti, presidente del Consiglio Regionale del Piemonte

È finita come temevamo: la candidatura italiana per le Olimpiadi 2026 è morta. Un fallimento del Governo che non è stato in grado di fare gioco di squadra con i territori interessati, neppure con quelli governati da forze politiche amiche dell’esecutivo. Un fallimento dell’amministrazione comunale che non è riuscita a ritagliare per Torino un ruolo da protagonista, valorizzando l’esperienza e le competenze del 2006. Sono sempre stato convinto che Torino avesse le carte in regola per tornare ad ospitare i Giochi invernali e che un’Olimpiade alpina spalmata su tre località distanti 500 km non avesse senso: l’esito fallimentare è anche frutto di quella astrusa formula a tre. Perdiamo un’importante occasione di rilancio che avrebbe restituito passione e visibilità alla nostra città.

Per il gruppo di Forza Italia in consiglio regionale

Crediamo che all’inaffidabilità istituzionale del sindaco Appendino debba rispondere ora il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino. Raccolga l’invito dei nostri deputati piemontesi e la disponibilità dei governatori Fontana e Zaia per una candidatura unitaria delle tre regioni ad ospitare le Olimpiadi Invernali 2026

Sulla vicenda sono intervenuti anche i vicepremier Di Maio

Grazie a Giancarlo Giorgetti per il lavoro fatto sulle Olimpiadi. La verità è che in questa vicenda abbiamo purtroppo pagato l’atteggiamento del Coni che, nel tentativo di non scontentare nessuno, non ha avuto il coraggio di prendere una decisione chiara sin dall’inizio, creando una situazione insostenibile in cui come al solito si sarebbero sprecati soldi dello Stato. A questo punto chi vorrà concorrere dovrà provvedere con risorse proprie.

e Salvini

Peccato perdere un’occasione così. Se i fondi li trovano loro, e se la spesa è limitata, perché no a Olimpiadi organizzate da Veneto e Lombardia? L’importante è che l’Italia torni ad essere protagonista.

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