Piemonte
Il portavoce della Sindaca Appendino, Luca Pasquaretta, lascia Palazzo Civico
E’ ufficiale: il capo ufficio stampa del Comune di Torino Luca Pasquaretta lascia Palazzo Civico. Il portavoce della prima cittadina, infatti, ha risolto consensualmente il suo rapporto di lavoro con il Comune.
Con l’addio di Pasquaretta, che da settembre non sarà più il portavoce della sindaca, e prima quello di Paolo Giordana, ex capo di gabinetto dimissionario per aver chiesto di far togliere una multa a un amico, Appendino perde tutti i suoi collaboratori.
Indagato per il maxi-schermo di Parco Dora, la proiezione gemella a quella della finale di Champions in piazza San Carlo che sarebbe stata organizzata senza autorizzazioni, Pasquaretta è finito nella bufera anche per una consulenza da 5mila euro al Salone del libro dello scorso anno. Soldi poi restituiti, ma per i quali è indagato dalla Procura di Torino in un’inchiesta che ipotizza il peculato.
Pasquaretta, secondo indiscrezioni, avrà un nuovo incarico a Roma. “La vita è fatta di scelte, alcune le rimpiangiamo, di altre ne siamo fieri. Alla fine siamo ciò che scegliamo di essere”,scrive su Facebook l’ex portavoce citando le parole di Graham Brown.
Tra i primi a segnalarlo il capogruppo del PD, Stefano Lo Russo. Che su Facebook spiega:
Non c’è due senza tre.
Dopo quelle del capo di gabinetto Paolo Giordana, avvenute qualche mese fa, rimasto pizzicato a far togliere una multa presa su un pullman da un suo amico, apprendiamo oggi delle dimissioni del portavoce della Sindaca #Appendino Luca Pasquaretta, sgamato invece a prendersi una consulenza probabilmente farlocca da 5.000 euro per il salone del libro per arrotondarsi lo stipendio.
Vicende da tardo impero, di bassissimo profilo, maturate nel cerchio magico della Sindaca Appendino che questi due se li è scelti personalmente e sempre difesi e coperti in tutte le sedi. Con loro molto più che con Assessori e Consiglieri comunali, che in realtà nei momenti importanti non sono mai contati nulla, ha condiviso scelte e strategie in questi due anni.
Al di là degli esiti giudiziari di queste (e di tante altre) vicende che li vedono coinvolti e del profondo senso di amarezza nel vedere la nostra città cadere così in basso a partire dal suo vertice, ci torna in mente l’immagine di questa triade che, al grido di “onestà, onestà”, solo due anni fa entrava tronfia e smargiassa a Palazzo Civico.
Dovevano aprire il Palazzo come una scatoletta di tonno. L’hanno fatto, e pure piuttosto in fretta. All’incapacità, all’assenza di visione, alla cialtroneria, alla completa assenza di senso etico e istituzionale. E purtroppo anche al malaffare e ai maneggi.
Oggi guardiamo la loro foto, amareggiati.
È l’immagine di cosa è diventata Torino. E mette tristezza.
Non c’è due senza tre.
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