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Asti-Cuneo. Balocco: mettere in discussione l’attuale impianto rappresenterebbe un passo indietro

Redazione Quotidiano Piemontese

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“Qualsiasi ipotesi alternativa che metta in discussione l’impianto approvato dalla Commissione europea (completamento della Asti-Cuneo in cambio della proroga di 4 anni sulla Torino-Milano) rappresenta un passo indietro”. L’assessore regionale ai Trasporti, Francesco Balocco, interviene con una nota sulla realizzazione dell’autostrada Asti-Cuneo. Di seguito il testo completo del comunicato:

Sull’Asti-Cuneo la confusione e le dichiarazioni contraddittorie che caratterizzano l’attività di Governo e della stessa struttura del MIT, implicherebbe la necessità che il Ministro Toninelli convocasse immediatamente il presidente Chiamparino che aveva già richiesto (senza ottenere risposta) l’incontro oltre un mese fa. E’ paradossale che lo stesso Ministro riceva esponenti locali del Movimento 5 Stelle, ma non il Presidente della Regione, dimostrando una strana concezione dei rapporti istituzionali.

Qualsiasi ipotesi alternativa che metta in discussione l’impianto approvato dalla Commissione europea (completamento della Asti-Cuneo in cambio della proroga di 4 anni sulla Torino-Milano) rappresenta un passo indietro. Un’eventuale declassamento dell’autostrada a strada a scorrimento veloce (così come ventilato da esponenti locali del Movimento 5 stelle) comporterebbe la necessità da parte dello Stato di reperire le risorse necessarie alla sua realizzazione e fornirebbe al gruppo Gavio elementi per la richiesta di penali e risarcimenti. Allo stesso modo inistere sull’apertura del contenzioso per l’ottenimento del completamento come obbligo contrattuale previsto nella concessione (strada invocata per anni, ma che non ha mai portato a nessun risultato) porterebbe ad una dilazione infinita dei tempi con il rischio di vedere il governo stesso soccombere.

Con un intenso lavoro guidato dal Presidente Chiamparino si era arrivati ad una soluzione che consentiva in tempi rapidi di ottenere il completamento dell’autostrada senza gravare sui conti pubblici (e quindi sui contribuenti) e senza implicare aumenti tariffari nei pedaggi. I lavori avrebbero potuto partire immediatamente in quanto, del lotto 2.6, il tratto Roddi-Diga Enel è già cantierabile, in attesa che si completi la fase di riprogettazione del nuovo tracciato.

Inoltre lo schema approvato dalla Commissione Europea prevede un impianto complessivo sulle concessioni autostradali in Piemonte, che avrebbe consentito l’allineamento delle scadenze in prospettiva della realizzazione di una gara unica (nel 2030) che accorpasse la rete autostradale nella nostra regione, con evidenti vantaggi per la collettività, sarebbe evidentemente messo in discussione da un’azione di governo contraria.

Io stesso sono stato ricevuto dal capo della segreteria del Ministro in un incontro assolutamente inconcludente perché l’interlocutore non era preparato sul tema (non aveva ancora avuto modo di studiare il dossier). In assenza di un chiarimento definitivo ed ufficiale da parte del Ministro ogni altra iniziativa, specie se di parte, rischia di creare ulteriore confusione.

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