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Piemonte

Marco Bussone nuovo presidente di Uncem

Redazione Quotidiano Piemontese

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Marco Bussone, 32 anni, giornalista professionista, è stato eletto presidente nazionale dell’Uncem a Bologna, dal Congresso dell’Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani.

I delegati di tutt’Italia si sono riuniti presso la sede della Regione Emilia-Romagna.
Il congresso straordinario era stato convocato dal Consiglio nazionale dopo le dimissioni dell’on. Enrico Borghi, per 18 anni alla guida dell’associazione che rappresenta 3.850 Comuni montani italiani.

“Grazie a una rinnovata e proficua collegialità – ha affermato Marco Bussone dopo l’elezione all’unanimità dei Delegati presenti a Bologna – Uncem deve essere sempre più soggetto propulsivo dello sviluppo delle aree rurali, interne e montane, con una piena rappresentanza dei territori. La si ottiene grazie al continuo confronto con i Comuni, le Unioni e le Comunità montane, tutte le forme associative, con tutti gli Enti pubblici e i soggetti privati. Questa era la direzione già emersa al Congresso di Trento nel 2010 e rafforzata al Congresso di Torino nel 2015”.

“Siamo oggi in una fase complessa e di cambio di paradigma per la politica e per il sistema istituzionale, dopo vent’anni di mai compiute riforme – ha proseguito il neopresidente, che è Consigliere comunale a Vallo Torinese e Consigliere dell’Unione montana Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone – Il nostro impegno si deve tradurre in una presenza incisiva ai tavoli istituzionali nazionali e regionali, in un dialogo con tutte le componenti del sistema economico, sociale, accademico. La prima nostra mission è garantire la crescita delle aree montane del Paese ove gli Enti locali sono il principale vettore di sviluppo e benessere. L’articolo 44 della Costituzione è alla base di ogni nostra azione istituzionale: pone al centro la montanità. E le montagnE sono plurali e da riconoscere nella loro specificità: alpina, appenninica e, all’interno delle due catene, vi sono le opportune differenze ed essenze”.

I nostri territori rurali e montani del Paese sono quelli vedono negli Enti locali – in primis i piccoli Comuni – i soggetti più capaci di attivare politiche di mantenimento dei servizi, di mobilitazione per contrastare abbandono di imprese e opportunità, di ambito nel quale si esercita la democrazia e la partecipazione, di sperimentazione e di innovazione. “Nelle aree montane – prosegue Bussone – gli Enti locali definiscono progettualità in accordo con i soggetti privati e molto spesso sfidano burocrazie e complessi sistemi legislativi, sistemi di trasferimenti e di imposte per i cittadini che li bypassano o che non tengono in considerazione opportunità, estensione, necessità delle comunità, fragilità dei territori che contagiano tutto il Paese, Alpi e Appennino”. Le comunità dei territori non chiedono allo Stato solo risorse e tantomeno assistenzialismo. Chiedono diritti, sgravi fiscali, semplificazione, sburocratizzazione. Uncem li chiede con loro, li chiede per loro, mostrando l’alterità, con le specificità da riconoscere. “Serve oggi una nuova attenzione per i Comuni e per tutte le Autonomie locali – ha concluso Marco Bussone – La chiederemo al Governo e al Parlamento. Il Paese deve ripartire dalle Autonomie locali, dalla rete dei Comuni, dalle aree montane dove nascono sperimentazioni che affrontano fragilità e abbandono. Il Paese deve tornare a credere nella rete e nell’impegno di Sindaci e degli Amministratori locali”. Digitalizzazione, innovazione, programmi comunitari, fiscalità peculiare, Strategia nazionale per le aree interne, green economy, prevenzione del dissesto e “cura” dei territori”, revisione del sistema fondiario e del catasto, strumenti di comunicazione e rete. Uncem deve costruire un futuro di vera e autorevole rappresentanza per tutto il territorio montano se riesce da oggi a costruire un percorso virtuoso di inclusione, condivisione di idee, di animazione e formazione verso le classi dirigenti dei territori.

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