Seguici su

Cronaca

Pedopornografia, sequestrati video di abusi anche su neonati, forse anche autoprodotti: 16 indagati

Redazione Quotidiano Piemontese

Pubblicato

il

La Polizia Postale di Torino, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, a seguito di un attento monitoraggio della rete, ha individuato la presenza di alcuni gruppi sospetti, dediti allo scambio di materiale pedopornografico realizzato mediante lo sfruttamento dei minori di anni 18, in alcuni casi anche molto piccoli: si è infatti riscontrata persino la condivisione di video ritraenti abusi su neonati.

Gli operatori hanno scrupolosamente analizzato le tracce informatiche relative alle condivisioni del materiale da parte dei diversi partecipanti a tali stanze virtuali, giungendo a individuare ben 16 soggetti, indagati e destinatari di provvedimenti dell’A.G. di Torino eseguiti nella giornata di ieri.

I sospetti risiedono in diverse zone d’Italia, motivo per cui l’operazione, iniziata all’alba, ha trovato il supporto di altri 10 Uffici della Specialità Polizia Postale dislocati su tutto il territorio, che hanno fornito proficua collaborazione nella fase esecutiva dell’attività. Le perquisizioni locali ed informatiche hanno portato al rinvenimento e sequestro di un ingente quantitativo di materiale pedopornografico, per il quale si ipotizza in alcuni casi anche l’autoproduzione mediante la consumazione di rapporti sessuali con minori, ma sul punto sono ancora in corso attività d’indagine.

Gli agenti, che hanno enucleato anche diversi ruoli di responsabilità dei titolari dei profili incriminati, che talvolta dettavano anche particolari regole per gli stessi partecipanti a tali gruppi: questi si riservavano infatti la potestà di escludere i soggetti che non avessero prestato un utile contributo in termini di materiale condiviso, suddiviso per range di età e sesso dei minori utilizzati per la realizzazione dei video.

I soggetti perquisiti sono tutti italiani, come si evince anche dalla lingua utilizzata nei commenti alle immagini pubblicate, talvolta come detto anche molto forti.

L’attività di osservazione e di raccolta degli elementi probatori è stata molto lunga soprattutto per le policy del gestore ostile a fornire informazioni sui propri iscritti. L’indagine ha fatto perno, oltre che sull’alto profilo informatico che caratterizza il lavoro della Polizia Postale, anche sulle componenti comportamentali dei vari autori delle condotte delittuose, nonché sull’attribuzione delle immagini condivise ai diversi profili, in modo da ottenere riscontri dalla successiva attività a carico dei soggetti indagati.

All’esito dell’attività investigativa, associati dei volti ai singoli nickname oggetto di indagine, è stato possibile smascherarli procedendo direttamente, su delega della Procura della Repubblica di Torino, alle perquisizioni, per un totale di 16 indagati, di cui 6 arrestati in flagranza di reato per ingente detenzione di materiale pedopornografico.

Sono ancora in corso attività tecniche volte a meglio definire i ruoli dei singoli partecipanti al sodalizio e a ricercare la presenza di ulteriori elementi utili all’attività.

Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *