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Cronaca

Catturano 15 cinghialotti, li filmano e poi li uccidono. La polizia locale: “Abbattimento regolare” – Il video –

Redazione Quotidiano Piemontese

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Le immagini sono cruente: prima un video di 30 secondi che riprende 15 cinghialotti in una gabbia che si dimenano; poi una foto che li ritrae distesi in fila a terra, davanti un’auto  della polizia  locale del settore Faunistico ambientale della Provincia. Morti.

Succede a Marsaglia, nel cuneese. Il videoclip, pubblicato da La Stampa di Cuneo, sta facendo il giro del web e, ovviamente, sta indignando il mondo degli animalisti piemontesi.

Per contro, spiegano dal nucleo di polizia locale, queste uccisioni rientrano nel piano di contenimento di questi animali che creano grossi danni e che è stato deciso dalla Regione.  

Riporta la Stampa:

Tutto autorizzato e nel rispetto della legge – dicono al settore Faunistico ambientale della Provincia -. Spiace per gli animali, ma facciamo soltanto il nostro dovere”.

La replica della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente

“Quindici cuccioli di cinghiale sono stati ripresi in un video di 35 secondi, mentre si dimenavano in una gabbia di cattura. Una volta abbattuti sono stati fotografati in fila davanti all’auto di servizio del Settore faunistico e ambientale della Provincia di Cuneo”. Così in una nota Rinaldo Sidoli, responsabile nazionale iniziative speciali della onlus Le.I.D.A.A. (Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente), presieduta dall’on. Michela Vittoria Brambilla. “È un’immagine – prosegue – macabra che non andava diffusa. Non si può parlare di ‘leggerezza’, come ha fatto il comandante del nucleo di polizia locale. Servono delle misure disciplinari per quanto accaduto. Non si può minimizzare un gesto indegno e indecoroso, stiamo parlando di vite, che come noi soffrono e provano emozioni. Purtroppo esiste un piano di contenimento di questi animali, ma uccidere dei cuccioli indifesi è qualcosa di aberrante. Le guardie venatorie dicono una cosa inesatta, gli animali potevano essere trasferiti in aziende faunistico-venatorie o aziende agri-turistico-venatorie adeguatamente recintate come stabilito dall’art. 7 della LEGGE 28 dicembre 2015, n. 221”. Conclude la nota Sidoli: “La politica deve ascoltare la grande maggioranza degli italiani che è contraria alla caccia. Questo ennesimo atto di crudeltà deve portare ad una attenta riflessione sulla questione venatoria. Siamo pronti ad un salto di qualità nel segno degli animali e dei loro diritti”.

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