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Legno Energia Nord Ovest, un progetto per lo sviluppo sostenibile

Redazione Quotidiano Piemontese

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Un progetto pilota di cooperazione per affrontare i nodi critici della filiera del legno in Piemonte e valorizzarla, al fine di produrre calore rinnovabile e sostenibile, riducendo le emissioni inquinanti e favorendo lo sviluppo locale. Si chiama “Legno Energia Nord Ovest” ed è stato presentato l’8 febbraio nel corso di un convegno nell’Incubatore Imprese I3P del Politecnico di Torino, alla presenza dell’assessore all’Ambiente della Regione Piemonte, con i tecnici regionali dei settori Foreste, Emissioni e rischi ambientali e Sviluppo energetico sostenibile, e il climatologo Luca Mercalli, affiancato da Alberto Poggio del Politecnico di Torino. A presentare l’iniziativa Andrea Crocetta di Replant, start-up ospitata dall’incubatore e specializzata in resilienza energetica.

Il progetto è finanziato dal PSR Regione Piemonte 2014–2020 (Misura 16, operazione 16.2) ed è promosso, oltre che da Replant, da La Foresta, impresa forestale di Susa, e Aiel, l’associazione italiana per le energie agroforestali, e si avvale della collaborazione di quattro partner associati. L’obiettivo è stimolare un mutamento radicale nell’approccio e nell’uso delle biomasse forestali, promuovendo un nuovo modello di cooperazione con al centro la gestione sostenibile, legale e tracciata delle risorse forestali piemontesi, l’uso efficiente dell’energia da legno e la minimizzazione degli impatti ambientali.

Per Crocetta, produrre energia, in particolare calore, da legname proveniente da lavorazioni forestali è una soluzione responsabile dal punto di vista ambientale, ma perchè gli effetti benefici siano concreti e duraturi è necessario un percorso di qualificazione che assicuri riduzione delle emissioni, controllo e manutenzione costante di stufe e camini e impianti e qualità dei combustibili.

Secondo l’assessore all’Ambiente progetti innovativi come Legno Energia Nord Ovest servono a creare un meccanismo virtuoso attraverso cui la filiera foresta–legno–energia possa affrontare i problemi della qualità dell’aria, delle importazioni dall’estero del mercato sommerso per attivare un’economia rurale solida e pronta alle sfide del futuro, come gli effetti dei cambiamenti climatici, il contenimento degli incendi e del dissesto idrogeologico e l’incremento dell’uso di fonti di energia rinnovabile.

Il progetto mira alla cooperazione fra le imprese della filiera e si sviluppa su tre assi:

– comunicazione: con attività di stimolo degli operatori economici e degli enti locali
– elaborazione di dati: con analisi in termini ambientali, energetici, economici delle potenzialità territoriali in materia di teleriscaldamento a biomasse e di sostituzione dei generatori di calore
– realizzazione di azioni di supporto: con attività di monitoraggio economico, promozione delle certificazioni, sostegno alla ricerca

Secondo Mercalli, ritornare a bruciare la legna è più conveniente rispetto all’uso dei combustibili fossili, dal momento che si tratta di un combustibile rinnovabile e neutro rispetto ai cambiamenti climatici, in quanto emette CO2 nei tempi del ciclo della fotosintesi. Occorre però fare una corretta informazione sull’uso dei combustibili, sulla tracciabilità e la qualità, per esempio del pellet. Il petrolio sta finendo e si sta già “raschiando il fondo” dei giacimenti esistenti e prossimamente bisognerà estrarlo con tecniche sofisticate, con conseguente aumento di prezzo. Quanto al clima, stiamo assistendo a un aumento delle temperature con diminuzione delle precipitazioni in concomitanza con i periodi di massime temperature e siccità. Resta da capire a questi cambiamenti come reagiranno le foreste, che di certo negli ultimi tempi sono diventate più vulnerabili.

L’assessore all’Ambiente si è detto favorevole al recupero dei boschi all’interno di una filiera corta che arriva direttamente dall’albero alla caldaia e ha portato l’esempio virtuoso di alcune cittadine dal Cuneese completamente teleriscaldate. La legna deve essere bruciata in sicurezza e infatti nei periodi critici delle emissioni di Pm10 insiste sul territorio coinvolto il divieto di abbruciamento delle sterpaglie. Per l’assessore l’obiettivo è raggiungere l’efficienza energetica adottando dei provvedimenti che introducono delle classi emissive anche per frigoriferi e stufe.

Per Marco Corgnati del settore Foreste della Regione Piemonte, norme, incentivi e strumenti sono fondamentali per favorire lo sviluppo imprenditoriale del territorio e il progetto Legno Energia Nord Ovest è un punto di riferimento, in quanto la foresta ben gestita risponde meglio alle esigenze delle comunità, contribuendo alla valorizzazione dei territori montani.

Graziano Volpe del settore regionale Emissioni e rischi ambientali ha sottolineato come, se la Regione rispetterà gli impegni presi nell’Accordo di programma per l’adozione coordinata e congiunta di misure per il miglioramento della qualità dell’aria nel bacino padano, a partire dal 2030 la situazione emissiva del Piemonte sarà tornata alla normalità, entro i limiti. Anche a Torino l’apporto all’inquinamento generale della combustione delle biomasse è significativo. Si rendono quindi necessarie delle misure volte alla sostituzione dei generatori di calore inquinanti.

Si tratta di misure che vedono impegnati diversi settori regionali e che investono strumenti di programmazione di ampio respiro che si intrecciano fra di loro, come il piano forestale regionale, piano della qualità aria e il piano energetico. Per Filippo Baretti del settore regionale Sviluppo energetico e sostenibile bisogna individuare le aree dove installare il teleriscaldamento alimentato a biomassa e pensare per i comuni montani a piccoli sistemi alimentati a cippato, sostituendo gasolio e biomasse.

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