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Economia

Valgono 4,7 miliardi di euro i servizi ecosistemici-ambientali prodotti nei comuni montani Piemonte

Redazione Quotidiano Piemontese

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Valgono 8 miliardi di euro i servizi ecosistemici-ambientali prodotti in Piemonte, 4,7 nei comuni montani. Il valore è stato definito dalla Fondazione Montagne Italia, assieme a Uncem e Caire (Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia) ed è uno dei numeri principali che emerge dal Rapporto Montagne Italia 2017, la fotografia delle aree montane del Paese. Il documento è stato presentato oggi al Circolo dei lettori di Torino (la seconda presentazione dopo quella di Roma di lunedì 29 gennaio, alla Camera dei Deputati), insieme al Rapporto Piccoli Comuni e tipicità, edito da Coldiretti e Fondazione Symbola. Centinaia di numeri, dati, carte, analisi che dimostrano la straordinaria vitalità delle aree interne del Paese, dei borghi, dei territori montani. “C’è un’Italia che sfida la crisi puntando sulla propria identità, che compete e si afferma senza perdere la propria anima. Cultura, bellezza e creatività sono le chiavi con cui scommettere per mantenere e rafforzare i primati internazionali che può vantare il nostro Paese”, spiegano Luca Lo Bianco, direttore della Fondazione Montagne Italia, e Fabio Renzi, direttore di Symbola.

“Numeri, schede, analisi del Rapporto Montagne Italia – evidenzia Lo Bianco – già rispondono alla legge nazionale sui piccoli Comuni, al Collegato ambientale e al Collegato agricolo, richiamando la necessità di estendere e rafforzare la Strategia nazionale Aree interne, di puntare su green e circular economy, di potenziare interventi per supportare giovani e imprese che scelgono di reinsediarsi nei nostri borghi, nelle valli alpine e appenniniche”. Uncem, con Fondazione Montagne Italia, lavora da anni sui servizi ecosistemici-ambientali che hanno nei territori montani un naturale enorme bacino. Questi servizi comprendono ad esempio l’approvvigionamento idrico e la purificazione dell’aria, il riciclo naturale dei rifiuti, la formazione del suolo, la manutenzione dei versanti, l’impollinazione e molti altri meccanismi regolatori naturali. Ma anche fissazione del carbonio delle foreste di proprietà demaniale e collettiva, regimazione delle acque nei bacini montani, salvaguardia della biodiversità e delle qualità paesaggistiche e utilizzazione di proprietà demaniali e collettive per produzioni energetiche. Il Millennium Ecosystem Assessment (MA, Valutazione del Millennio degli Ecosistemi) ha definito iservizi ecosistemici (ecosystem services) come quei “benefici multipli forniti dagli ecosistemi al genere umano”. “L’importanza di effettuare quantificazioni biofisiche e stime monetarie per misurare da un lato i costi ambientali associati allo sfruttamento della biodiversità, dall’altro i benefici ottenuti per il benessere umano – spiega Giampiero Lupatelli, Direttore di Caire – è stata riconosciuta nell’ambito delle Nazioni Unite, attraverso la definizione degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030”.

Tra i dati del Rapporto 2017 in Piemonte non emerge solo il grande valore dei servizi ecosistemici-ambientali prodotti nei territori agricoli, montani, nelle aree interne. Tra i numeri più significativi, quelli del volontariato: i territori montani sono più virtuosi con 129,6 volontari per 1000 residenti nei Comuni montani contro 96,9 in tutti i Comuni della Regione. Un segnale chiaro: il terzo settore, il “welfare di comunità” è anima ed eccellenza delle aree interne. Va incoraggiato e deve essere profondamente legato al lavoro degli Enti locali, Comuni e Unioni montane, oltre che delle imprese. Altro dato da rilevare è il tasso di occupazione femminile superiore alle medie nazionali e largamente diffuso nell’arco alpino. A fronte di una media nazionale di occupazione femminile del 41,8% nell’arco alpino si registra una percentuale del 45,6%. Territori montani virtuosi anche nella gestione dei rifiuti. A fronte dei 486,7 kg pro capite di rifiuti differenziati prodotti annualmente dalla media italiana, le montagne alpine registrano una produzione media di 464,9 kg e l’Appennino addirittura 428,4 kg. Rispetto ad una media nazionale di 255,8 kg pro capite annuo di rifiuti indifferenziati, le aree alpine scendono ad un livello di 193,0 Kg e gli Appennini a 248,2 kg.

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