Cittadini
Il futuro del Parco Michelotti a Torino lo decidono i cittadini. Ecco come
Un percorso partecipativo. Che dà ai cittadini la possibilità di fornire suggerimenti, idee e contributi, per decidere sul futuro del parco Michelotti. E’ una delle idee emerse martedì sera, nella biblioteca Geisser di corso Casale 5, durante la prima assemblea pubblica sul futuro del parco.
Tutti i cittadini, infatti, possono dare il proprio contributo di idee scrivendo all’indirizzo mail progettazionecivica@comune.torino.it. Tutte le idee saranno prese in considerazione e tutti verranno ascoltati dai tecnici dell’Amministrazione per una valutazione; tutte le proposte ricevute saranno portate alla prossima assemblea che si terrà nella stessa biblioteca il 20 febbraio prossimo (reiterato poi una volta al mese).
L’altra strada invece passa attraverso il Comune che ha avviato il recupero fisico che si implementerà nel tempo via via che le risorse si renderanno disponibili: la pulizia, oltre alla rimozione di rifiuti e foglie, riguarda gli arredi in legno che nel tempo si sono deteriorati, i container adibiti a servizi igienici, i graffiti sui giochi per bambini. Due settimane di lavoro nelle quali, a fianco dell’Amiat si inserirà una ditta in appalto per la riqualificazione di una parte dell’area, quella dell’ex Parco Giò.
Ieri nel frattempo sono iniziati i lavori di manutenzione straordinaria: gli operatori dell’Amiat stanno rimuovendo i rifiuti e le foglie accumulate nel tempo, in attesa di definire un futuro per il parco fluviale che ha ospitato in passato lo zoo e che ora deve ridefinirsi attraverso un percorso partecipato. L’obiettivo è di restituire una porzione del parco ai cittadini entro il prossimo mese di marzo.
Altri lavori in cantiere: integrazione di nuovi giochi, muratura delle porte dei fabbricati in attesa di una definizione del loro futuro; i tecnici di Smat e Iren hanno già fatto sopralluoghi per valutare gli interventi da realizzare negli impianti idrico ed elettrico. Iren ha già in previsione cinque lotti di lavori per riattivare l’illuminazione e sostituire le vecchie lampade con quelle a led.
I tecnici delle alberate interverranno invece per valutare la stabilità delle piante, per la maggior parte ginkobiloba e platani di mole notevole, ai fini della sicurezza delle piante stesse e dei visitatori.
“La decisione su cosa fare la prenderemo insieme”, hanno detto i rappresentanti dell’Amministrazione comunale, “sarà un parco in divenire”. Nel parco sarà attivo anche il gruppo di volontari aderente a Torino Spazio Pubblico, il progetto di partecipazione alla manutenzione ordinaria di spazi pubblici promosso dalla Città. Ma di certo l’intenzione è quella di liberare il parco da tutte le sovrastrutture che nel tempo si sono accumulate, soprattutto le ormai fatiscenti costruzioni dell’ex zoo; a salvarsi sarà sicuramente l’ex rettilario, che si presta a diventare una sede di servizio al parco, oltre a rappresentare un’eccellenza architettonica, opera del 1959 dell’architetto Enzo Venturelli.
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