Seguici su

Cronaca

Torino, riti wudù con sacrifici di gatti e galline a Porta Palazzo

Redazione Quotidiano Piemontese

Pubblicato

il

Galline sgozzate nelle vasche da bagno nelle case delle mammane nigeriane e gatti torturati ed uccisi per celebrare i riti wudù. Non è una fake -news ma quanto avviene quotidianamente nella zona di Porta Palazzo a Torino. Lo fa sapere l’Aidaa, l’associazione italiana difesa animali e ambente.

“Ci è stato raccontato da persone che hanno assistito personalmente a questi orribili riti – spiega l’associazione –  che vengono fatti anche a pagamento da alcune “mammane” nigeriane nel quartiere ghetto di Torino”.

Le uccisioni di animali hanno un rito preciso: le galline devono essere vecchie e uccise sgozzandole e lasciandole morire poco a poco dentro la vasca da bagno di casa in modo da poter raccogliere il sangue che viene poi usato per la prosecuzione del rito wudù;

per quanto riguarda i gatti (meglio se neri e di sesso maschile, ma ci si accontenta anche di gatti maschi non castrati di altro colore) vengono uccisi spesso prendendoli a bastonate dopo essere stati chiusi dentro e anche in questo caso il sangue viene raccolto e successivamente utilizzato per la prosecuzione del rito.

Molteplici le motivazioni di questi riti crudeli che vanno dalla sottomissione alle “mame” delle ragazze costrette a prostituirsi  fino ai riti di magia nera collaterali al wudù vero e proprio.

Da qualche mese si sono moltiplicati anche i riti a pagamento che vengono svolti non solo a Torino, ma anche in trasferta in particolare nella zona di Novara e a San Vito di Gaggiano da sempre zona frequentata dalle prostitute nigeriane spesso sottomesse e obbligate a vendersi per strada sotto la minaccia di punizioni malefiche derivanti da questo rito.

“A noi non interessa quali siano le motivazioni per cui si celebrano questi lugubri riti- ci dice il presidente di AIDAA Lorenzo Croce- a noi interessa che non vengano toccati animali, per questo stiamo finendo di raccogliere le notizie e poi nei prossimi giorni  manderemo un esposto alla procura di Torino”.

Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese