Biella
Canavese Canapa: non siamo “contro”, lavoriamo con spirito collaborativo
Riceviamo e pubblichiamo una interessante nota di Canavese Canapa in cui l’Associazione spiega in maniera dettagliata quel è il suo lavoro, in risposta ad un articolo comparso su La Stampa del 17 dicembre.
Domenica 17 dicembre è stato pubblicato un articolo riguardo la coltivazione di canapa nel Biellese, in maniera superficiale, trascurando gli aspetti etici e sociali perseguiti dall’associazione Canavese Canapa. Sebbene la tendenza generale del mercato sia quella di coltivare canapa a scopo ricreativo (come abbiamo già constatato negli Stati Uniti e con le realtà nascenti in Italia), Canavese Canapa è un’Associazione Culturale Arci di Promozione Sociale volta a riportare in auge un prodotto di cui l’Italia deteneva un primato, promuovendone utilizzi moderni anche in ambiti differenti dal tessile, come l’edilizia, la cucina e la cosmetica. La canapa a inizio ‘900 veniva coltivata su circa 80000 ettari e improvvisamente, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, è stata ridotta a poche migliaia di ettari: per quantità la nostra nazione era seconda solo alla Russia, ma per qualità aveva il primato mondiale in ambito tessile. Non dimentichiamo che nel ‘700, proprio grazie alle esportazioni di canapa in Francia, la Carmagnola divenne uno dei canti rivoluzionari più rappresentativi assieme alla Marsigliese. Nei boschi del Canavese e del Biellese è ancora possibile trovare gli antichi vasconi di pietra, dove la canapa veniva messa a macerare per essere in seguito filata e tessuta. Proprio in occasione della Festa del Raccolto a Sala Biellese abbiamo ricordato la “Rivolta delle Tessitrici” e la lavorazione a telaio dei corredi. Il valore storico di questa pianta quindi non è per nulla indifferente per il territorio e l’economia italiana.
Dispiace che nell’articolo pubblicato si parlasse di “Associazioni contro”; Canavese Canapa in realtà opera con spirito collaborativo e non conflittuale, non a caso coopera con numerose realtà locali.
Quest’anno è stata coltivata canapa nelle località di Pecco, Cuceglio, Ozegna, a Roppolo grazie alla partecipazione di Coltiviviamo e Vivere la Fattoria e sulla Serra con l’aiuto del Centro di Educazione Ambientale Andirivieni di Legambiente. All’interno dell’associazione non si è mai parlato di “Cannabis Light” ma di sementi certificate: collaborando con Green Italy e gli artigiani del territorio, a partire da Ozegna, è stato possibile sperimentare nuovi ambiti d’uso della pianta. “Il Panigaccio” di Ozegna utilizza la farina di canapa, le gelaterie “Da Matte Vaniglia” di Ivrea e “Alice” di Biella hanno fatto dell’ottimo gelato alla canapa,? ?ad Agliè hanno creato torcetti e paste di melega in canapa e presto saranno disponibili anche prodotti come birra e formaggi. L’associazione non si limita all’aspetto culinario, infatti ha invitato ai propri eventi anche artigiani tessili come il maestro Bruno Tessa, che tutt’ora coltiva e tesse canapa autonomamente nella propria casa di montagna o Arte Calce e Rivitabitare Biella che operano nella bioedilizia. La lavorazione in ambito farmaceutico è ancora complessa, anche per questioni legali, per cui attualmente Canavese Canapa si limita a fare informazione con il supporto di medici professionisti come Nunzio Santalucia dell’università di Pisa, il dott. Fabrizio Cinquini ed Elda Viletto del Castello di Moncrivello.
Grazie al supporto dell’Università degli Studi di Torino, l’associazione supporta il progetto Green Soil, che ha l’obiettivo di diffondere un’agricoltura consapevole e sostenibile, volta si alla produzione ma anche al rispetto della terra. I campi di canapa sono stati lavorati in maniera completamente biologica, senza l’uso di alcun concime o pesticida di sintesi.
Attualmente la trasformazione in campo culinario risulta essere la più semplice, ma l’obiettivo è di avviare anche la lavorazione tessile della pianta, collaborando con aziende e associazioni del territorio. A partire dal 2018 Canavese Canapa organizzerà corsi di potatura in collaborazione con il dott. Angelo Caimi e sta programmando altri eventi di promozione culturale e territoriale, anche per fornire supporto a coltivatori interessati al progetti.
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