Seguici su

Economia

La meccanica torinese guarda al futuro con ottimismo

Redazione Quotidiano Piemontese

Pubblicato

il

Presentati i risultati della prima edizione dell’indagine sul settore della meccanica in provincia di Torino, studio promosso da Camera di commercio di Torino, in collaborazione con AMMA (Aziende Meccaniche Meccatroniche Associate) e API Torino (Associazione Piccole e Medie Imprese di Torino e Provincia).

Come ha illustrato Vincenzo Ilotte, Presidente della Camera di commercio di Torino: “Per la prima volta abbiamo voluto porre la lente di ingrandimento su un classico settore della nostra economia, che, nonostante piccole dimensioni e modelli gestionali tradizionali, si mostra in salute, con prospettive future di crescita. Lo abbiamo voluto fare incrociando i nostri dati con quelli raccolti da due importanti associazioni di categoria, che si sono rese disponibili a fare sistema ed a confrontarci sull’andamento del nostro territorio. Le quasi 8.300 imprese torinesi riforniscono diversi settori, dai mezzi di trasporto alla domotica, ma anche comparti quali energia, alimentare e medicale, in una diversificazione che le mantiene competitive e aggiornate. Più della metà è attiva sui mercati esteri con 16,3 miliardi di export nel 2016: è importante notare che pur rappresentando solo il 4% del totale delle imprese del territorio, totalizzano da sole ben il 76% dell’export torinese! Inoltre, più del 20% spende già oggi nelle tecnologie del futuro di Industria 4.0: con investimenti superiori rispetto a quanto realizzato in altri territori, queste imprese sono oggi resilienti alla crisi e pronte a cogliere i vantaggi della ripresa”.

Secondo Giorgio Marsiaj, Presidente dell’Amma: “I dati mostrano l’esistenza di un vero e proprio spartiacque che divide le piccole e piccolissime imprese da tutte le altre. Oggi l’affermazione “piccolo è bello” non vale più, anzi la piccolezza delle imprese costituisce uno dei principali elementi di criticità del nostro sistema industriale, come la difficoltà di tenere il passo sia con il mercato globale, sia con il cambiamento tecnologico. Per competere occorre un’apertura culturale al cambiamento che difficilmente le piccole e piccolissime imprese posseggono, trovandosi in difficoltà non solo nell’attrarre investimenti e nel capire l’evoluzione della tecnologia, ma anche nell’affrontare un tema cruciale come il passaggio generazionale. Il ruolo delle Associazioni oggi è quindi soprattutto questo: diffondere a tutto il tessuto industriale la cultura del cambiamento, accompagnando le imprese nell’inevitabile percorso di crescita”.

Rispetto ai risultati generali dell’indagine, il Presidente di API, Corrado Alberto, commenta: “Al di là della positiva nota congiunturale, l’indagine mostra chiaramente che sul comparto persistono alcuni nodi strutturali, primo tra tutti la ridotta propensione a intraprendere percorsi di rete, che possono rivelarsi decisivi ai fini della crescita dell’impresa. La fiducia non manca: gli investimenti in corso inerenti gli ambiti tecnologici dell’Industria 4.0 mostrano la crescente attenzione e sensibilità della meccanica torinese verso le opportunità offerte dalle nuove tecnologie. Mi auguro che altrettanto lungimirante sia la politica industriale locale, che proprio sulla manifattura ritengo debba porre la massima attenzione e indirizzare il proprio impegno”.

Il settore
La meccanica, settore strategico per l’economia nazionale, racchiude al suo interno un insieme di attività produttive che spaziano dai prodotti in metallo alla meccanica strumentale, dalla meccatronica alla fabbricazione di elettrodomestici e di mezzi di trasporto. A fine 2016 in Italia il settore coinvolgeva oltre 155.000 imprese, impiegando oltre 1,5 milioni di addetti. In Torino e provincia hanno sede 8.283 imprese, il 5,3% del totale nazionale e sono circa 123.000 gli addetti occupati nel territorio.

Con 16,3 miliardi di euro di prodotti venduti all’estero nel 2016, la provincia di Torino risulta la prima provincia esportatrice del settore meccanico (il 9,2% dell’export nazionale complessivo del comparto), davanti a Milano (l’8,7%) e a Bologna (il 5%). Dal 2009 si registra una crescita sostenuta delle esportazioni pari al +51%, maggiore di quella realizzata a livello italiano (+41,2%).

Le imprese della meccanica rappresentano solo il 4% delle imprese del territorio, ma la loro quota di export vale il 76% del totale dell’export provinciale.

L’indagine

Profilo del campione
Delle 340 imprese torinesi rispondenti all’indagine (su un campione individuato di circa 2.000[1]), il 48% è impegnato nel settore della fabbricazione di macchinari e apparecchiature, il 25% nella produzione di apparecchiature elettriche e non elettriche per uso domestico, il 18% nella produzione di pc e prodotti elettronici e il restante 9% nel trattamento dei metalli e lavorazioni. L’attività produttiva è concentrata nel torinese per l’88% dei casi, mentre il 12% ha anche sedi operative nel resto d’Italia e all’estero.

Si tratta in generale di imprese longeve: il 41% ha avviato la sua attività fra il 1980 e il 2000 e il 27% è stato costituito prima del 1980 (dato in controtendenza rispetto alle imprese torinesi di altri settori, dove solo il 5% è nato prima del 1980). Poco più di un’impresa su dieci si può considerare “giovane” essendo nata dopo il 2010.

Per l’89% dei casi si tratta di imprese micro o piccole, mentre le grandi imprese rappresentano poco meno del 2%. Vista la dimensione aziendale, il 44% fattura meno di un milione di euro annuo e il 18% da 1 a 2 milioni di euro; le imprese con un fatturato superiore ai 10 milioni di euro sono solo l’11% circa.

Legato alle piccole dimensioni anche il modello gestionale: per il 68% delle imprese si tratta di gestione familiare, per il 19% congiunta, mentre la presenza di manager esterni alla proprietà riguarda solo l’8% dei casi. Non solo: oltre 1 impresa su 4 ha affrontato di recente, o sarà chiamata ad affrontare a breve–medio termine, un processo di passaggio generazionale.

Per quanto riguarda l’occupazione, quasi il 75% dei rispondenti utilizza esclusivamente lavoratori dipendenti e non altre forme come somministrati, Partite IVA, lavoratori autonomi); ben il 44% dichiara di non avere laureati in organico.

Andamento del fatturato
La meccanica torinese è un settore decisamente in salute: il 41% degli intervistati dichiara fatturato in crescita, a fronte del 24% che ha dichiarato una riduzione. Ne deriva un saldo positivo, tra dichiarazioni di aumento e quelle di riduzione, pari al +17% e una quota restante pari al 35% che si è espressa per una stabilità del giro d’affari. Peraltro, per quasi un’impresa su quattro l’aumento è stato significativo, superiore al 5%. Il comparto che ha evidenziato risultati migliori è quello del trattamento e rivestimento metalli. All’opposto, più debole è risultata la performance per le attività di fabbricazione di apparecchiature elettriche e non elettriche per uso domestico.
Le performance migliori in termini di fatturato sono registrate dalle imprese che diversificano di più la clientela: quando il fatturato generato dai primi tre clienti è inferiore al 20%, l’incremento del giro d’affari coinvolge il 52% delle imprese, a fronte di una media del campione pari al 41%.

Posizionamento nella filiera, settori di destinazione e collaborazioni
Oltre il 50% delle aziende produce o assembla prodotti finiti, percentuale che sale al 61% per le imprese che fabbricano apparecchiature per uso domestico. Ma quali sono i settori di destinazione dei prodotti? Per il 62% dei rispondenti (risposte multiple) i mezzi di trasporto, soprattutto automotive, a seguire la domotica (27%), la meccanica (12%) e chimica/plastica (11%).
In questi settori la concorrenza è elevata: i competitor delle imprese torinesi sono le omologhe aziende del territorio (35% dei rispondenti), ma anche quelle estere (34%), queste ultime più temute nell’ambito della fabbricazione di pc e di prodotti di elettronica e ottici. Nell’ultimo triennio le imprese della meccanica hanno avviato delle collaborazioni, soprattutto di tipo verticale, cliente (l’82% delle rispondenti) e fornitori (il 53%); bassa invece la percentuale di imprese che hanno avviato collaborazioni con Università – Politecnico (il 9%) e con altri Centri di ricerca (il 4%).

Export
Il 56% delle imprese rispondenti all’indagine ha dichiarato di esportare i propri prodotti all’estero, attività che riguarda principalmente le grandi aziende e quelle più innovative. Questo permette di realizzare sui mercati internazionali una buona parte del fatturato: in Europa il 27% e nel resto del mondo il 21%. La vendita diretta, senza la presenza di filiali all’estero, è la modalità preferita dal 78% delle imprese. L’Europa si conferma il principale mercato di destinazione, soprattutto Francia (16%), Germania (13%) e Polonia (8%). Gli Usa (7%) si collocano al quarto posto, ma è la Cina il mercato che si prevede più in crescita nei prossimi anni, secondo quanto affermato dalle imprese, intervistate sulle prospettive future del settore.

Ricerca e innovazione
In questi ultimi anni gli investimenti delle imprese della meccanica si sono concentrati sui beni strumentali (in primis, macchinari e attrezzature: 72%), mentre solo il 28% ha destinato risorse economiche per attività di ricerca e innovazione. Il 14% delle imprese investe in R&S più del 10% del fatturato. Guardando al dettaglio dei numeri, il 20% delle imprese ha già realizzato investimenti negli ambiti tecnologici dell’Industria 4.0 e di queste, la metà prevede ulteriori investimenti 4.0 entro il 2018. Un altro 18% non ha ancora effettuato tali investimenti, ma intende realizzarli nel 2018. Gli ambiti su cui si riscontra maggior interesse sono la robotica (22%), simulazioni di processo (13%), additive manufacturing (12%) e Internet of Things (11%).

Trend futuro
Il clima nel comparto della meccanica torinese, dopo gli anni duri della crisi, sembra essere tornato positivo, con oltre il 70% delle rispondenti che si dice moderatamente ottimista.

Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese