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Asti

Castagnole Monferrato, il paese si divide sulla costruzione del campo da motocross. E parte la petizione per interromperla

Redazione Quotidiano Piemontese

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Un campo da motocross. E’ il pomo della discordia che a Castagnole Monferrato, paese di 1200 anime circa, in provincia di Asti, divide gli abitanti del paese. L’iniziativa, spiega la parte contraria alla costruzione  del campo, prevede due piste da motocross e strutture a servizio dell’impianto che ricadrebbero su un’area di circa 40 ettari, attualmente classificata area agricola con conseguente e significativo ingente disboscamento”.

Motivazione che è alla base della petizione rivolta al presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e agli assessori all’Agricoltura Giorgio Ferrero e all’Ambiente Alberto Valmaggia affinché fermino il progetto.

Un no deciso, dunque. Per diverse ragioni.

Per prima cosa, spiegano, “è un inutile consumo di suolo che sacrifica 40 ettari di bosco portando inquinamento e rumore contrario a un armonico sviluppo del territorio”.

Inoltre l’area verde interessata è ricca di biodiversità: crescono orchidee selvatiche, piante a vocazione tartufigena ed è luogo di rifugio di molti animali selvatici.

“Riteniamo – continuano i promotori della petizione –  che questo bosco sia una ricchezza e vada salvaguardato anche quale serbatoio verde in grado di contrastare il cambiamento climatico in atto. I boschi, infatti, contribuiscono a ridurre gli inquinanti, producono ossigeno e contribuiscono a mantenere gli ambienti umidi, utili a ridurre la siccità nelle zone circostanti”.

Infine il progetto di motocross si muove all’opposto della vocazione “outdoor” del Monferrato,  area che è terra di percorsi naturalistici meta di comitive o singoli che praticano trekking o cicloturismo.  Non porterebbe alcun vantaggio significativo all’economia locale che gode oggi di attrazioni offerte dal panorama paesaggistico, dai prodotti vitivinicoli e agricoli, dalla serenità dei luoghi e dalla vicinanza limitrofa con l’area recentemente insignita del riconoscimento Unesco, per i quali è in atto da anni una profonda azione di valorizzazione che risulterebbe resa vana da questa interferenza. Farebbe di contro diminuire l’attrattività per tutti gli attuali frequentatori e possibili acquirenti di immobili in cerca di tranquillità e provocherebbe inquinamento acustico dannoso tanto ai residenti quanto ai turisti ospiti.

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