Lavoro
Muore il proprietario e l’azienda è abbandonata, la disperata lettera dei dipendenti
Abbiamo ricevuto e pubblichiamo una lettera firmata dai dipendenti della Sila di Cigliano, società il cui amministratore è morto a settembre. I dipendenti lamentano come la società sia stata lasciata al suo destino dagli altri soci e che in breve tempo si sia bloccata la produzione.
Gentile Direttore,
alla fine del mese di settembre è mancato il nostro datore di lavoro, Sig. Ermanno Bassi, amministratore unico e socio di maggioranza della società SILA di Cigliano.
Fino al giorno della sua morte, abbiamo sempre lavorato e percepito i nostri stipendi, perché – nonostante le mille difficoltà – il sig. Bassi ha sempre onorato e rispettato i suoi dipendenti, garantendo le nostre retribuzioni alla fine di ogni mese.
Dal giorno della sua morte, ci siamo sentiti tutti orfani di un valente titolare, tanto da trovarci oggi, nostro malgrado, in una situazione a dir poco assurda: la società è allo sbando senza che qualcuno dei soci di minoranza, o degli eredi, si ricordi di noi dipendenti.
Siamo riusciti infatti a lavorare fino a venerdì scorso, 13 ottobre, ovvero fino a quando sono finite le materie prime, l’azienda ha avuto i conti bloccati per il decesso del titolare e si sono fermate tutte le produzioni, pur avendo ordini e lavoro da fare. Lavoro che ci permetteva di percepire lo stipendio e provvedere alle nostre famiglie.
L’assurdo sta poi nel fatto che, finora, nessuno dei soci o degli eredi si è fatto vivo, nessuno ci ha chiesto un incontro e nessuno si sta prendendo la responsabilità di assumere le funzioni che erano in capo al sig. Ermanno. Quindi, noi oggi ci troviamo senza lavoro, senza stipendio (essendo i conti sono bloccati in assenza di un amministratore) e senza poter neppure chiedere l’indennità di disoccupazione, non essendoci un amministratore che possa licenziarci.
Il nostro ringraziamento va alle istituzioni, rappresentate dal Sindaco di Cigliano Anna Rigazio, dal consigliere regionale Corgnati, dall’Onorevole Bobba e dalla FILCTEM CGIL di Vercelli che in questi giorni stanno cercando, ognuno per la sua parte, di esserci vicini tentando di risolvere una situazione che ci ha letteralmente travolto.
Restiamo, quindi, prigionieri in una situazione della quale non abbiamo alcuna responsabilità: responsabilità che, invece, devono assumersi quelle persone che oggi ne hanno titolo!, sia nel caso in cui si voglia continuare con le produzioni o che si decida di chiudere l’azienda. Siamo rimasti solo dodici dipendenti, ma con noi ci sono le nostre dodici famiglie che di quello stipendio vivevano.
I dipendenti della SILA di Cigliano
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