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OGR recuperate, da officine ferroviarie a officine della cultura – Il video
Mille giorni di cantiere per restituire alla città, dal prossimo 30 settembre, il nuovo cuore pulsante della creatività, della cultura e dello spettacolo proiettato verso il mondo. Cento milioni di euro investiti dalla Fondazione CRT per la rinascita delle OGR, la “cattedrale” della storia industriale di Torino. Soluzioni ad alto contenuto tecnologico, sostenibilità ambientale, salvaguardia del valore storico della struttura originale, flessibilità e modularità degli spazi, massima fruibilità durante tutto l’anno, accessibilità for all, sono i principi ispiratori del grande intervento di ristrutturazione e recupero funzionale delle OGR, un importante compendio immobiliare dell’Ottocento situato nel cuore di Torino: da ex Officine per la riparazione dei treni a nuove Officine della cultura contemporanea, dell’innovazione e dell’accelerazione d’impresa, con una forte vocazione internazionale.
L’intero complesso di archeologia industriale – comprendente il maestoso edificio a forma di H di circa 20.000 metri quadri di superficie per 16 metri di altezza, le palazzine degli uffici e tutte le aree scoperte – è stato riqualificato da Fondazione CRT che, attraverso un proprio ente strumentale quale la Società Consortile per Azioni OGR-CRT, si è avvalsa di capacità professionali e imprenditoriali del territorio. Le risorse finanziarie messe in campo dalla Fondazione CRT, pari a 100 milioni di euro, hanno quindi fatto da volano per l’economia locale sin dalle prime fasi di progettazione e realizzazione delle opere, avviate il 30 luglio 2014 sotto la guida del Segretario Generale della Fondazione CRT e Direttore Generale di OGR Massimo Lapucci, avvalendosi del Project Manager Arch. Marco Colasanti.
“Le OGR sono la sfida più straordinaria di tutti i 25 anni di storia della Fondazione CRT – spiega il Presidente della Fondazione CRT e delle OGR Giovanni Quaglia –: ci sono state tante complessità, ma anche l’entusiasmo di ridare vita a un luogo bellissimo e unico, un elemento forte della comunità cittadina, aprendolo al mondo. Senza la capacità di visione e l’enorme impegno finanziario della Fondazione, oggi le OGR sarebbero un luogo abbandonato privo di futuro, una ferita per la collettività, con problemi per la sicurezza delle persone, la vivibilità, l’ambiente. Così non è stato e, grazie anche all’impegno di tante professionalità e alla collaborazione con le istituzioni, tagliamo il traguardo insieme, perché le OGR, rinate con Fondazione CRT, appartengono davvero a tutti”.
L’imponente operazione di recupero delle OGR, su un’area complessiva di 35.000 metri quadri, arricchisce e completa la nuova configurazione urbanistica dell’ambito “Spina 2” – l’asse di sviluppo nord-sud della città generato dalla costruzione del Passante ferroviario –, rafforzandone il valore strategico per il territorio. In una zona caratterizzata dalla compresenza, nel raggio di poche centinaia di metri, della stazione ferroviaria dell’Alta velocità di Porta Susa, del Politecnico, dell’Energy Center, di importanti poli privati di ricerca, di istituzioni culturali di eccellenza e del prossimo centro congressi, si inserisce il fondamentale tassello delle nuove OGR, quale hub di sperimentazione e produzione di contemporaneità in continua trasformazione e dialogo con soggetti protagonisti dell’arte e dell’innovazione a livello globale.
Il riordino urbanistico di questa parte di città – per la cui attuazione la Fondazione CRT ha affiancato il Comune di Torino – vede anche la creazione ex novo di due piazze pubbliche, vere e proprie agorà connesse funzionalmente alle Officine, ma liberamente fruibili da tutti come luoghi di relax, riflessione, incontro e socializzazione nell’arco della giornata: la Corte Est, affacciata su corso Castelfidardo, con opere d’arte a cielo aperto – la prima installazione pubblica e site-specific sarà “Procession of Reparationists”, realizzata da William Kentridge, tra i massimi esponenti dell’arte contemporanea a livello mondiale – e l’inserimento nella trama della pavimentazione di elementi sia artistici, quali, ad esempio, i profili metallici a simboleggiare le vecchie rotaie ferroviarie, sia di arredo urbano, come le collinette e le panchine ispirate nel design alle locomotive dei treni; la Corte Ovest, su via Borsellino, con un giardino caratterizzato dall’antica torre dell’acqua e da un palco, posto ideale per eventi, spettacoli, esposizioni, ristorazione e aperitivi en plein air.
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