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A Torino in un anno sequestrate 3000 auto

Redazione Quotidiano Piemontese

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Veicoli, motocicli ma soprattutto merce di ogni tipo: da mazze da baseball a trapani, da estintori ad abbigliamento, oltre a giocattoli, lattine, pneumatici, cavi di rame e molto altro ancora.
Sono il frutto di sequestri amministrativi e giudiziari effettuati dalla Polizia Municipale e conservati nei locali di strada Druento, oggetto di un sopralluogo da parte dei consiglieri della commissione Bilancio e Polizia Municipale, presieduta da Antonio Fornari.

Si tratta in molti casi di refurtiva, di merce contraffatta o comunque venduta abusivamente.
Elevato il numero di veicoli sequestrati: in un anno sono stati 3000. Per molti di questi si tratta di sequestro amministrativo a causa del mancato pagamento dell’assicurazione da parte del proprietario. A questo proposito, i dirigenti della Polizia Municipale che hanno accompagnato la Commissione, hanno evidenziato come in tutta la provincia di Torino siano circa 200 mila i veicoli che circolano senza assicurazione. La Polizia Municipale, mediamente, ne ferma 4 ogni giorno.

Tra gli oggetti, anche molte carcasse di biciclette, recuperate dai vigili, dietro segnalazione, dopo essere state abbandonate in varie zone della città. Telai, ruote, sellini e pedali vengono dati ad un’associazione che, dopo aver riassemblato i materiali, rimette su strada biciclette perfettamente funzionanti e assegna i velocipedi a persone in difficoltà.

Destinazioni benefiche anche per scarpe e capi di abbigliamento contraffatti, ovviamente dopo l’asportazione delle etichette false. Giubbotti e piumini, ad esempio, erano stati inviati nelle zone terremotate. Prodotti alimentari in buono stato di conservazione sono invece destinati al Banco Alimentare.

Tutto il materiale è ovviamente registrato e catalogato. I verbali inviati alla Procura della Repubblica. Gli oggetti che, dopo il provvedimento di dissequestro, non vengono riconosciuti dai proprietari e non sono utilizzati per altre finalità, vengono distrutti ed affidati all’Amiat.

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