Cultura
L’autoritratto di Leonardo sarà visibile anche la domenica
Una nuova opportunità di visita per conoscere da vicino il celebre Autoritratto a sanguigna di Leonardo da Vinci e il patrimonio di disegni rinascimentali custodito dai Musei Reali di Torino oggi esposto nella mostra Intorno a Leonardo nel caveau della Biblioteca Reale. A partire da domenica 23 luglio la mostra sarà aperta tutte le domeniche fino al 17 settembre con orario 10 – 18 (ultimo ingresso ore 17,30).
Nel trentennale della sua istituzione, le Aziende e gli Enti Soci della Consulta per la valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino di Torino confermano il loro impegno per sostenere e per promuovere il grande patrimonio dei Musei Reali e per trasformarli in un luogo sempre più aperto e accessibile, in grado di contribuire allo sviluppo della città attraverso un’offerta culturale e turistica più ampia e aggiornata.
Dopo un investimento di quasi 4 milioni di euro dal 1987, coronati dal lancio della nuova immagine e del nuovo logo dei Musei Reali di Torino nel 2017, le imprese socie di Consulta si impegnano a valorizzarne il patrimonio sostenendo l’apertura domenicale della mostra che espone uno dei beni destinati ad essere colonna portante del complesso museale, l’Autoritratto a sanguigna di Leonardo da Vinci.
Intorno a Leonardo segna il via alle celebrazioni che nel 2019 ricorderanno Leonardo a cinquecento anni dalla sua morte ed espone, oltre alla celebre icona del Maestro toscano, una parte della straordinaria collezione di disegni frutto degli illuminati acquisti del re di Sardegna Carlo Alberto: oltre quaranta disegni italiani del ‘400 e del ‘500, corrispondenti ad altrettanti artisti citati da Giorgio Vasari nelle sue Vite, vero e proprio fil rouge dell’esposizione.
La mostra
I disegni sono presentati in modo da illustrare l’evoluzione dell’arte italiana secondo il racconto Giorgio Vasari: dal Rinascimento toscano e veneto a Leonardo; maestri e allievi di Raffaello; Michelangelo e la prima Maniera a Firenze; il ‘500 tra classicismo e manierismo; Vasari e le sue omissioni.
Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori, e architettori di Giorgio Vasari, pubblicate in una prima edizione nel 1550 e poi in forma definitiva nel 1568, costituiscono un fondamentale vademecum per la conoscenza dell’arte italiana fino al Cinquecento e un imprescindibile modello per la storiografia artistica.
A Vasari, architetto e pittore al servizio del granduca di Toscana Cosimo de’ Medici, si deve la codificazione di molti concetti che oggi diamo per scontati: il ruolo delle tre arti ‘maggiori’ (architettura, scultura e pittura), la periodizzazione storico-artistica per cronologia e per scuole, la visione evolutiva del Rinascimento italiano che raggiunge il suo culmine con Michelangelo, il concetto di Manierismo.
Nell’introduzione alle Vite, Vasari definisce il disegno “padre delle tre arti nostre, architettura, scultura e pittura”, che “procedendo dall’intelletto, cava di molte cose un giudizio universale, simile a una forma o vero idea di tutte le cose della natura”. I disegni esposti illustrano questa fondamentale unità dell’espressione artistica, al di là delle epoche e delle scuole regionali.
Due sono le edizioni antiche delle Vite custodite nella Biblioteca Reale: la prima è un esemplare di quella stampata a Firenze da Lorenzo Torrentino nel 1550. Più tardi, nel 1568 Vasari diede alle stampe l’edizione giuntina, ampliata, corretta e aggiornata con l’inserimento dei ritratti incisi degli artisti: di questa versione la Biblioteca Reale possiede una sontuosa edizione in tre volumi, stampata a Roma nel 1759 con dediche al re di Sardegna Carlo Emanuele III e ai suoi figli Vittorio Amedeo, duca di Savoia, e Benedetto Maria Maurizio, duca di Chiablese. I volumi settecenteschi sono corredati di tavole che riproducono le opere più celebri di Michelangelo.
La collezione della Biblioteca Reale offre un’ampia panoramica della storia dell’arte italiana a partire dal Quattrocento, con alcune punte che ne fanno una delle più importanti collezioni pubbliche di disegni in Italia. La più celebre e nota al grande pubblico è certamente l’opera di Leonardo da Vinci: un uomo canuto, con capelli e barba lunghi, ma con ampia stempiatura, dallo sguardo corrucciato e dall’espressione severa. È l’intensa immagine, tratteggiata a sanguigna, che è divenuta nel tempo quasi l’icona simbolica dell’artista rinascimentale intesa come espressione del genio e del talento applicato ai campi più diversi.
A Leonardo fanno corona opere di artisti del Rinascimento toscano e veneto, quali Francesco di Giorgio Martini e Marco Zoppo; un foglio attribuito alla fase giovanile di Raffaello e diverse opere di alcuni tra i suoi migliori allievi (Giulio Romano, Perin del Vaga); uno studio di Michelangelo per il volto della Sibilla Cumana dipinta sulla volta della Cappella Sistina; uno dei rari disegni del veneziano Lorenzo Lotto; e validi esempi dell’eleganza del Manierismo emiliano e veneto, dal Parmigianino ad Andrea Schiavone. Di particolare interesse sono gli studi delle antichità romane, da quelli contenuti nel Trattato di architettura civile e militare di Francesco di Giorgio Martini a quelli del taccuino di Girolamo da Carpi.
Orari della mostra
-dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18,30 (ultimo ingresso 17,30)
-sabato dalle 9 alle 14 (ultimo ingresso 13,30)
-domenica dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso 17,30)
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