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Ambiente

Un appello ai candidati sindaco di Chivasso contro l’ampliamento della discarica

Redazione Quotidiano Piemontese

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I partecipanti alla pagina Facebook Noi della Terra di Mezzo  hanno pubblicato un appello al sindaco di Chivasso Ciuffreda, all’assessore all’ambiente Corcione, e ai candidati sindaciCastello, Doria, Falbo, Marocco e Pasteris, per evitare un possibile ampliamento della discarica di Chivasso.

Da Aprile la situazione della della discarica di Chivasso. SMC, la società proprietaria delle discariche, ha ripresentato il progetto Wastend, per la precisione ha inviato a Città Metropolitana le integrazioni richieste. Quindi il pericolo di un ampliamento di circa 800.000 metri cubi è diventato ancora più concreto. E soprattutto è diventato urgente opporsi concretamente. All’incirca tra un mese i tecnici di Città Metropolitana convocheranno una nuova conferenza dei servizi che potrebbe essere quella decisiva, quella nella quale si ferma o si autorizza l’ampliamento. Quindi la politica chivassese, provinciale e regionale, e i candidati a sindaco di Chivasso, devono muoversi adesso, devono fare i passi necessari.

  • il Comune di Chivasso deve esprimere per scritto un parere negativo e inviarlo a Città Metropolitana, all’ARPA, all’ASL e agli assessorati all’Ambiente e alla Sanità (anche alla Sanità) della Regione
  • i candidati a sindaco devono fare altrettanto. Scrivere a questi enti, manifestando la loro contrarietà, e chiedere un colloquio a tutti i responsabili di questi enti. Rendendo pubbliche le loro prese di posizione. Meglio ancora se sottoscrivessero tutti un documento unitario.

Non bisogna lasciarsi ingannare da belle parole, da promesse per un vago futuro, dal “faremo, vi garantisco che faremo”: tra 25 giorni potrebbe essere troppo tardi.

L’intervento della politica è necessario. E’ vero che la decisione di approvare o respingere tocca ai tecnici di Città Metropolitana. Ma l’esperienza insegna che, se non sono sostenuti dalla politica, se non si sentono le spalle coperte, prima o poi i tecnici cedono e approvano. Se sono scrupolosi, e i tecnici di Città Metropolitana e di ARPA in questi tre anni e oltre di Wastend (2014-2017) lo sono stati, se sono scrupolosi chiedono integrazioni, precisazioni, garanzie, ecc. , ma poi approvano. Non vogliono rischiare un ricorso al TAR di SMC o addirittura una richiesta di danni per un progetto da circa 70 milioni di euro. I tecnici di vertice fiutano l’aria che tira, percepiscono se la politica (chivassese, provinciale, regionale, nazionale) è con loro o se li lascia da soli.

Dai candidati a sindaco non dobbiamo lasciarci raccontare balle. Una di queste è: “Le bonifiche bisogna pur farle”. Balle. Per ora l’unica bonifica che SMC deve fare, perché è stata imposta dal Comune e da Città Metropolitana, è la cosiddetta “MISP”, la messa in sicurezza permanente delle falde acquifere. Un progetto approvato dal Comune nel 2012 e in versione aggiornata dal 2016. L’altra cosiddetta “bonifica”, il cosiddetto landill mining della Chivasso 1, non è richiesto dalla legge né imposto dal Comune né da Città Metropolitana. E’ una proposta di SMC, compresa nel progetto Wastend. Poiché non fa beneficienza, ma cerca – legittimamente – di fare profitti, SMC propone il “landfill mining” della Chivasso 1 per ampliarne la volumetria e portarvi altri rifiuti. Il progetto del landill mining è noto: si tolgono dalla “Chivasso 1” i 500 mila metri di rifiuti ivi contenuti, si rifà il fondo della discarica, se ne recuperano e riciclano 100 metri cubi, si rimettono dentro i 400 mila restanti, e in questo modo SMC guadagna 100 mila metri cubi di spazio da riempire di nuovi rifiuti. Gli altri 700 mila metri cubi di rifiuti saranno messi in parte nell’avallamento tra la Chivasso 2 e la Chivasso 3, e in parte in un nuovo “buco” scavato dove ora ci sono gli uffici e i capannoni dei pneumatici, un posto visibile percorrendo via Carletta.

Perciò non bisogna lasciarsi fuorviare dal “landill mining”: non lo chiede la legge, lo chiede SMC per ampliare la volumetria per nuovi rifiuti. L’unica “bonifica” che SMC deve fare è la “messa in sicurezza permanente” del territorio resasi necessaria dalla scoperta che le falde acquifere sono contaminate: la MISP della Chivasso 1 e della Chivasso 2. Una scoperta che risale addirittura a una ventina di anni fa.

 

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