Economia
Seat Pagine Gialle: Italia Online punta a 79 milioni di dividenti mentre mette in cassa integrazione i lavoratori
Il 27 Aprile si svolgerà l’assemblea dei soci di ItaliaOnline che ha recentemente acquisito Seat Pagine Gialle i cui vecchi amministratori saranno chiamati a breve a giudizio per bancarotta.
Mentre l’azienda ha messo in cassa integrazione centinaia di dipendenti, gli azionisti hanno deciso di portarsi a casa un dividendo di 79 milioni di Euro pari a 0,692 euro per ciascuna delle n. 114.761.225 azioni ordinarie e per ciascuna delle 6.803 azioni di risparmio.
Dall’ordine del giorno dell’assemblea dei soci IOL
Si avvisano i soggetti legittimati all’intervento e all’esercizio di voto che l’ordine del giorno dell’Assemblea degli azionisti ordinari di Italiaonline *S.p.A. (“Assemblea Ordinaria”) convocata peril giorno *27 aprile 2017, in Assago (MI), presso NH Milano Congress Centre, Strada 2, Milanofiori,alle ore 15 in unica convocazione, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 10, ultimo comma, dello StatutoSociale, *viene integrato su richiesta dei soci *Libero Acquisition S.à.r.l., GL Europe Luxembourg S.àr.l., GoldenTree Asset Management Lux S.à r.l., GoldenTree SG Partners L.P., GT NM, L.P e SanBernardino County Employees’ Retirement Association (“Azionisti Richiedenti”), ai sensi dell’art.126-bis del D. Lgs. 58/1998 mediante l’inserimento del seguente punto:
Distribuzione di parte delle riserve distribuibili risultanti dal Bilancio d’esercizio di ItaliaonlineS .p.A. chiuso al 31 dicembre 2016 attraverso il pagamento agli azionisti di un dividendo straordinario complessivo di Euro 79.419.475,38 ossia pari a Euro 0,692, per ciascuna delle n. 114.761.225 azioni ordinarie e per ciascuna delle 6.803 azioni di risparmio.
Sul tema scrive il Sole 24 Ore
Quando viene siglato un accordo che manda in cassa integrazione a zero ore 300 lavoratori – di fatto un dipendente su sei – e impone la cassa integrazione a 4 giorni al mese ad altri 420 dipendenti ci si aspetta di trovarsi ad avere a che fare con un’azienda prossima alla fine. Con conti malmessi, perdite, debiti che si fa fatica a ripagare. Nulla di tutto ciò riguarda Italiaonline, la web company controllata dal magnate egiziano Naguib Sawiris, nata dalla fusione con la vecchia Seat Pagine Gialle e le attività sul web (da Libero a Virgilio e non solo) del Faraone come ormai è soprannominato nelle cronache. L’accordo tra la nuova Italiaonline (quotata in Borsa) e le organizzazioni sindacali e con il beneplacito del ministero dello Sviluppo economico è stato siglato a metà dicembre del 2015 e appare quasi un “regalo” se si guarda allo stato di salute della società posseduta al 59% da una holding lussemburghese della famiglia Sawiris. C’è forse un problema di debiti in casa Italiaonline? Affatto. La società ha una posizione finanziaria netta positiva per 111 milioni: zero debiti con cassa liquida per 120 milioni. Una salute di ferro a livello patrimoniale considerando che le attività generano anche flussi di cassa abbondanti ben 48 milioni di euro, 34 milioni in più sui 12 mesi precedenti. C’è un probelma di redditività allora? Anche qui non si capisce quanto quella cassa integrazione fosse necessaria. Su ricavi nei primi nove mesi del 2016 per 295 milioni, il margine operativo lordo è a quota 55 milioni, in crescita sostenuta sul 2015, e che vale quasi il 19% del fatturato. Averne di aziende a marginalità industriale così elevata. Ovviamente Italiaonline fa anche buoni utili. A settembre del 2016 i profitti netti sono stati di 35 milioni. Tagliare il costo del lavoro non appare certo una priorità idispensabile a superare una crisi che non c’è. Già il costo del lavoro? Pesa così tanto da inficiare la futura redditività dell’azienda del Faraone egiziano? Non sembrerebbe dato che vale il 26% del fatturato dell’azienda. È alto per un’azienda manifatturiera ma non è alto per un’azienda di servizi come la web company che è Italiaonline. Ma tant’è quella messa in cassa integrazione migliorerà ulteriormente la marginalità di Italiaonline dato che la manovra vale un risparmio di 27 milioni, pari a un taglio secco del 27% del costo del lavoro. Saranno contenti il mercato finanziario e gli azionisti. Ogni taglio di costi che innalza la redditività è una manna per la Borsa. Un po’ meno per chi si trova estromesso dall’azienda e per le casse dello Stato che come è noto, via Inps, pagano parte dei costi della cassa integrazione. Certo l’azienda può motivare con il fatto che quell’accordo è un’eredità della vecchia Seat e che la nuova Italiaonline vuole spingere nel passaggio dalla carta al digitale e necessita di figure professionali nuove, tanto che l’accordo prevede l’assunzione di 100 nativi digitali. Ma tutto questo non ha nemmeno da lontano il sapore della crisi aziendale da giustificare un provvedimento di tale portata.
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