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Ambiente

Incendio alla Cmt di La Loggia, ecco le prime rilevazioni ufficiali dell’Arpa

Redazione Quotidiano Piemontese

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L’Arpa ha comunicato i primi risultati relativi all’incendio che ieri sera ha interessato la Cmt di La Loggia. L’impianto raccoglie, stocca e tratta tra gli altri, rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata degli R.S.U. ed in particolare l’incendio si è sviluppato in un mucchio di rifiuti costituiti dalla raccolta degli “ingombranti” presso le diverse isole ecologiche dei comuni.
I rifiuti coinvolti sono costituiti prevalentemente da materassi, masserizie in diversi materiali (plastica, legno), rifiuti di materiale plastico già confezionati in balle, stoffe, imballaggi sciolti, ecc.

Il mucchio alto diversi metri, largo almeno una decina e lungo alcune decine di metri, che occupava una parte consistente del piazzale esterno destinato allo stoccaggio ha preso fuoco per motivi al momento imprecisati.

Dal rogo, presumibilmente per le basse temperature esterne e l’alta temperatura dei fumi, si alzava una colonna di fumo relativamente stretta ma molto alta che era visibile anche a chilometri di distanza costituita anche visivamente da una quota consistente di vapore. Queste condizioni hanno favorito inizialmente una buona diffusione e una limitata ricaduta al suolo dei fumi. I tecnici Arpa hanno effettuato (dalle 18.30 alle 21.00) una serie di una serie di misure di inquinanti tipici provenienti da combustioni incontrollate (monossido di carbonio, sostanze organiche volatili (VOC), acido cianidrico, cloro, ammoniaca, nel territorio dei comuni limitrofi all’epicentro dell’incendio (La Loggia, Nichelino, Moncalieri, Trofarello) mediante strumentazione da campo in continuo, cercando di individuare le eventuali aree di ricaduta.
In alcuni punti è stato riscontrato il tipico odore di plastica bruciata, ma i valori strumentali sono sempre stati al di sotto dei limiti di rilevabilità. Per contro si diffondeva un forte odore in diverse aree della Città di Torino ubicata più a nord rispetto ai comuni citati.

Per tutta la notte i fumi costituiti anche dal vapore generato dall’acqua hanno continuato ad alzarsi sufficientemente alti da disperdersi e non ricadere in modo concentrato al suolo. I tecnici ARPA hanno monitorato per tutto il corso della notte l’eventuale ricaduta dei fumi, sia dal punto di vista olfattivo, sia mediante le misure strumentali, presso i territori ove sembrava dirigersi la colonna di fumo. Fino all’alba si può ragionevolmente escludere una ricaduta significativa al suolo

Solo poco dopo l’alba (ore 7.00 circa) l’incendio, in parte contenuto, ha iniziato a produrre fumi più freddi e densi raccolti in pennacchio molto più largo alla base, che ricadeva al suolo relativamente in fretta. Sia dal punto di vista olfattivo che strumentale l’area più coinvolta era quella prospiciente l’impianto.

Questi i valori alle 7.30 – 7.45 di stamattina:

– Zona adiacente l’incendio: VOC 1.2 ppm (parti per milione) e Monossido di Carbonio 5 ppm

– Zona Belvedere: VOC 0.7 ppm e Monossido di Carbonio 3ppm

Alle 10.30 la combustione è nelle fasi di spegnimento avanzato e i valori strumentali sono tornati al di sotto dei limiti di rilevabilità.

I tecnici dell’Arpa sono presenti sul luogo dell’incendio per continuare le misurazioni.

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