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Cultura

Sul debito di 61 milioni che Roma ha con Torino la cultura torinese si schiera con la sindaca Appendino

Gabriele Farina

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La cultura torinese si schiera con la sindaca Appendino. Nello scontro tra Roma e Torino sui 61 milioni di debito che il governo ha con il capoluogo torinese, dopo la diatriba pubblica tra Boschi e Appendino scendono ora in campo i vertici della cultura torinese.

Appendino ha giocato la carta “il governo Pd non vuole dare i soldi a una Torino a guida 5 stelle”. La mossa non regge visto che i ricorsi per avere quei soldi (poi vinti) erano stati presentati dalla giunta precedente, quella di Fassino. Ma in questo momento, su questo punto, in città le divergenze politiche sono state accantonate per il bene della cultura locale.

E poco importa che la presa di posizione dei vertici di quasi tutti gli enti torinesi siano dovute a convinzione personale o spinta dal bilancio di Appendino nel quale è chiaro che senza i 61 milioni attesi da Roma il taglio di quasi 6 milioni alla cultura è ormai deciso.

Ecco quindi le varie dichiarazioni dei vertici culturali torinesi (da Gabo su Torino):

“Sono al fianco di Chiara Appendino. Due sentenze, una del Tar e una del Consiglio di Stato, hanno riconosciuto la legittimità di questa richiesta della nostra Città e quindi – se non vi sono valide motivazioni, delle quali non sono a conoscenza e che in ogni caso il governo non ha fin qui esplicitato, non capisco perché non venga rispettato il dispositivo di queste sentenze. Non solo come rappresentate di una istituzione culturale, sapendo quali sarebbero le ricadute su questo settore se non avvenisse questa restituzione, ma come cittadino auspico che il governo onori i suoi doveri verso una Città che in questi anni ha già dovuto subire gravi contraccolpi dalla riduzione dei trasferimenti dallo Stato centrale agli enti locali e non vi è dubbio che la cultura ha pagato uno dei conti più pesanti in assoluto” (Walter Vergnano, sovrintendente del Teatro Regio).

“La recente presa di posizione del governo contro la compensazione certificata da due sentenze di diverso grado a favore della Città di Torino, contenzioso già intrapreso dalla giunta guidata da Fassino, preoccupa non poco le istituzioni culturali partecipate come la nostra. Se da un lato va riconosciuto che il governo si è mostrato attento alle istanze dello spettacolo dal vivo integrando in modo apprezzabile il Fus, dall’altro non si può negare che il taglio progressivo nei trasferimenti verso le amministrazioni locali abbia costretto queste ultime a ridurre drasticamente il sostegno a realtà come la nostra, che offrono un servizio di pubblica utilità e un presidio culturale permanente alla comunità residente e che contribuiscono a consolidare l’attrattività e la competitività del territorio. Auspichiamo dunque che entro breve si trovi un accordo equo che, nell’interesse comune, sappia garantire il bene della nostra Città e delle sue istituzioni” (Lamberto Vallarino Gancia e Filippo Fonsatti, presidente e direttore del Teatro Stabile).

“Mi auguro che le sentenze del Tar e del Consiglio di Stato, a seguito di un’azione legale avanzata a suo tempo dalla giunta Fassino, possano diventare esecutive come richiesto dalla sindaca Appendino, consentendo a Torino e al Piemonte di non rallentare il trend positivo degli ultimi anni” (Evelina Christillin, presidente della Fondazione del Museo Egizio).

“La Fondazione Torino Musei auspica che il governo ottemperi alle sentenze del Tar e del Consiglio di Stato trasferendo in tempi urgenti alla Città di Torino quanto dovuto. La cultura, fiore all’occhiello dello sviluppo economico e turistico della Città di Torino negli ultimi anni, rischia di dover essere sacrificata agli imperativi di bilancio con grave danno all’immagine nazionale e internazionale della Città. La tutela dell’immagine è un dovere imprescindibile che si impone a tutti, cittadini, comunità e Stato, e richiede saggezza e moderazione nell’amministrazione della cosa pubblica” (Fondazione Torino Musei).

“Speriamo che il governo risponda positivamente a quanto chiesto dalla sindaca Appendino. La richiesta di quanto dovuto, a seguito delle sentenze del Tar e del Consiglio di Stato arriva in un momento di tensione finanziaria per la città dove lo sforzo di tutti deve essere quello di garantire il bene dei cittadini. Il binomio turismo-cultura è diventato uno delle risorse fondamentali di Torino, tanto che negli ultimi anni la nostra città una delle mete più ambite del tusrimo nazionale internazionale con un trend in costante crescita” (Paolo Damilano, presidente del Museo del Cinema e di Film Commission).

“Anche Turismo Torino nonstante gli eccellenti risultati del 2016, subisce l’effetto dei tagli. Auspico quindi che il governo risponda positivamente a quanto chiesto dalla sindaca, Chiara Appendino, e stabilito dalle sentenze di Tar e Consiglio di Stato” (Maurizio Montagnese, presidente di Turismo Torino).

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