Cronaca
Si uccise a 15 anni dopo anni di violenze sessuali, la Cassazione conferma la condanna per il patrigno
La corte di Cassazione ha respinto il ricorso di un uomo condannato in Appello a 3 anni e 6 mesi per aver abusato della figlia della sua compagna. Una storia terribile cominciata nel 2000, anzi addirittura sei anni prima in Perù.
Qui la sfortunata protagonista della vicenda ha solo 5 anni quando per la prima volta viene molestata dal cugino quindicenne. Le violenze continuano per sei anni, poi nel 2000 la madre le permette di raggiungerla a Torino, dove ha trovato lavoro e un compagno.
Sembra l’inizio di una nuova vita e invece le violenze riprendono, questa volta ad opera del patrigno. La ragazzine resiste 3 anni, poi denuncia tutto. A quel punto viene allontanata da casa e protetta in una comunità , dove però non resiste e si toglie la vita nel 2006.
Non fa nemmeno in tempo a vedere la condanna di primo grado per il suo carnefice: 4 anni e 4 mesi.
Ma la vicenda processuale non è ancora finita, perchè c’è l’Appello. E il processo rischia di finire nell’ennesimo caso di prescrizione, non fosse per l’accelerata improvvisa che porta ad una sentenza di condanna a 3 anni e 6 mesi il 30 maggio 2016, dieci anni dopo il primo grado e pochi mesi prima della prescrizione.
Ora la Cassazione ha confermato quella condanna respingendo il ricorso. Avesse deciso di accoglierlo la prescrizione sarebbe scattata quasi in maniera automatica.
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