Ambiente
Smog da record a Torino, Alessandria e Novara. E Legambiente presenta il dossier Mal’aria 2017
Ancora niente precipitazioni, ancora niente vento. E così imperversano la polveri sottili sulle pianure piemontesi, in particolare a Torino. Arpa Piemonte prevede per domani 110 microgrammi per metro cubo di pm10 nel capoluogo e nella prima cintura. Valori molto alti, oltre 100, anche in altri centri della regione: Caselle, Chivasso, Ivrea, Volpiano, Alessandria e provincia (tra 102 e 104), Novara, Galliate e Trecate (a 110 già oggi).
A Torino permane il divieto di circolazione, tra le 8 e le 19, per i veicoli diesel fino a euro 3 e quelli a benzina/gas/metano euro 0.
Ma la situazione è pessima in tutta Italia. Le polveri sottili invadono sempre più le città. Anche il 2017 si è aperto nella morsa dello smog: nei primi 25 giorni di gennaio sono ben 9 le città italiane che hanno registrato oltre 15 giorni di superamento del limite giornaliero previsto per il PM10. Cremona (centralina Fatebenefratelli) con 20 giornate (il 60% di quelle consentite per tutto il 2017), Torino (Rebaudengo) con 19 e Frosinone (Scalo) con 18 giornate, sono le tre situazioni peggiori, seguite da Treviso, Padova, Vicenza e Reggio Emilia con 15 giorni di sforamento (il 40% del totale). A denunciarlo è Legambiente con il suo dossier Mal’aria di città 2017.
I dati fanno seguito ad un 2016 davvero nero per l’aria italiana: lo scorso anno ben 33 città italiane sono risultate fuorilegge con il livello di Pm10 alle stelle, prima fra tutte: Torino (con 89 superamenti), seguita da Frosinone (85), Milano e Venezia (entrambi 73). A livello regionale, le regioni a cavallo della pianura padana sono quelle che hanno registrato le maggiori criticità.
Eppure, stando alle ultime stime, ogni anno l’inquinamento dell’aria causa oltre 467 mila solo in Europa e i costi sanitari associati quantificabili sono tra 400 e 900 miliardi di euro all’anno sempre in Europa. Far uscire le città dalla cappa di smog è, dunque, una priorità. Legambiente ne è convinta e sfida le amministrazioni disegnando le città di domani, utilizzando le migliori esperienze che già oggi sono una realtà.
Secondo Legambiente, in questa partita è fondamentale il ruolo delle Regioni nel predisporre piani e misure e nuovi fondi da destinare a progetti innovativi, a partire dal settore della mobilità, se davvero si vogliono rilanciare i centri urbani, oggi in forte sofferenza e indietro rispetto alle sorelle europee come testimonia Roma. Se non si attua un nuovo rinascimento urbano, alla Città Eterna serviranno 80 anni per recuperare anni di ritardo sulla mobilità e raggiungere le capitali europee.
La città immaginata da Legambiente, spiegata nel dossier Mal’aria, si basa su 10 proposte anti-smog che l’associazione ambientalista ha presentato oggi a Bologna alle Regioni dell’area padana riunite con il ministro dell’Ambiente Galletti per un incontro governativo sulla qualità dell’aria e le azioni unitarie da adottare nel bacino padano.
Poco prima del tavolo tecnico, Legambiente, davanti al palazzo della Regione Emilia Romagna, ha organizzato anche un flash mob per ricordare la grave emergenza smog che soffoca ormai le città italiane con lo slogan ‘Ci siamo rotto i polmoni’.
La qualità dell’aria nelle città italiane dichiara Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente, “deve diventare una priorità di governo, a scala locale, regionale e nazionale, altrimenti continueremo a condannare i cittadini italiani a respirare aria inquinata. Per questo oggi abbiamo presentato una ricetta completa di proposte e soluzioni per metterla in pratica, chiamando in causa prima di tutto i Comuni e le Regioni, e poi il governo, ciascuno per le sue competenze”.
Ecco in sintesi le 10 mosse per la città di domani, libera dallo smog: ridisegnare strade, piazze e spazi pubblici delle città; aumentare il verde urbano; una mobilità verso “emissioni zero”; priorità alla mobilità pubblica; fuori i diesel e i veicoli più inquinanti dalle città; road pricing e ticket pricing; riqualificazione degli edifici pubblici e privati; riscaldarsi senza inquinare; rafforzare controlli su emissioni auto, caldaie, edifici; intervenire su industrie e aree portuali.
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