Cronaca
I dirigenti della Juventus rischiano il deferimento per le infiltrazioni della ‘ndrangheta fra gli ultras
La Procura della Figc, intende procedere con il deferimento di Andrea Agnelli, di tre fra dirigenti, ex dirigenti e funzionari, nonché della stessa Juventus a titolo di responsabilità diretta e oggettiva secondo l’avviso di conclusione delle indagini, firmato dal procuratore Giuseppe Pecoraro, al termine degli accertamenti dopo l’inchiesta della procura di Torino sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in curva.
Nell’avviso di chiusura indagini si afferma anche che in occasione del derby del 23 febbraio 2014, il presidente del club bianconero assecondò l’introduzione allo stadio – ad opera dell’addetto alla sicurezza – di “materiale pirotecnico vietato e striscioni” per “compiacere gli ultras”.
Gli altri soggetti interessati sono Francesco Calvo, all’epoca dei fatti dirigente del settore commerciale , Alessandro D’Angelo, security manager, e Stefano Merulla, responsabile del ticket office.
Secondo l’avvocato Mattia Grassani, esperto di diritto sportivo, interpellato dall’Ansa dopo l’inchiesta della Procura di Torino sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in curva. “L’art.1 bis del Codice di giustizia sportiva non prevede un minimo e un massimo sanzionatorio: tuttavia, in ipotesi di affermazione di responsabilità, allo stato tutta da dimostrare, escludo che il Tribunale federale possa irrogare la sanzione della penalizzazione di punti in classifica per il club bianconero”
“Nessun dipendente o tesserato della Juventus è stato indagato in sede penale”, ribadisce dunque oggi la società, precisando di avere “sempre collaborato” con la giustizia, quella penale e quella sportiva.
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