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Cronaca

La polizia sgomina la banda dei falsi finanzieri: fingevano perquisizioni e svuotavano le case

Redazione Quotidiano Piemontese

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Quattro italiani, tre uomini ed una donna, sono stati arrestati nell’ambito di un’operazione della polizia, coordinata dalla Procura della Repubblica di Pisa. Si tratta di Gianfranco Cassano, 63 anni, Loris Lunardi, 50 anni, Alberto Poto, 56 anni, e Laura Smorgon, 41 anni, tutti residenti a Torino. L’arresto è avvenuto il 19 gennaio presso la barriera autostradale di Carmagnola, dopo che gli stessi avevano messo a punto un piano ai danni di una coppia di coniugi residenti in Sanremo.

La banda, fingendosi un gruppo di operatori della guarda di finanza, nelle prime ore del mattino del 19 gennaio 2017, si è introdotta presso un’abitazione privata di Sanremo, sostenendo di dover effettuare una verifica fiscale e presentando un falso verbale di perquisizione. Dopo aver espletato la “perquisizione” i malviventi hanno portato via un ingente valore fra gioielli, orologi, monete in oro e denaro.

Si è giunti agli arresti perché era in corso un’attività di indagine, da parte della Squadra Mobile di Pisa, inerente fatti analoghi commessi da soggetti che, simulando la qualifica di appartenetti alla Guardia di Finanza, effettuavano false perquisizioni e si impossessavano di beni e valori. Gli investigatori pisani erano sulle tracce della banda che sapevano stesse pianificando un altro colpo in una località, non meglio precisata, del territorio ligure.

Organizzato il piano, la banda si è diretta a Sanremo e nelle prima ore del mattino aveva realizzato il colpo. Gli investigatori della Squadra Mobile di Pisa, coadiuvati da colleghi di Torino e Imperia, non hanno perso di vista i ladri che, sempre con estrema cautela, stavano lasciando la Liguria per tornare a Torino. La banda è stata seguita con discrezione e quindi fermata alla barriera di Carmagnola: a bordo, con i 4 autori del furto aggravato commesso poco prima, tutta la refurtiva trafugata ai coniugi sanremesi.

Si tratta di una banda certamente ben organizzata che aveva nella sua disponibilità pettorine, cappelli, palette, tessere di riconoscimento, verbali di perquisizione e sequestro, lampeggianti e manette, il tutto riconducibile alla Guardia di Finanza.

 

 

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