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Cultura

League Of Exotic Dancers vince la seconda edizione di Fish & Chips Film Festival

Gabriele Farina

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Si è chiusa la seconda edizione di Fish & Chips Film Festival, il primo festival italiano per film a tematiche erotiche e sessuali. La giuria del Concorso Lungometraggi composta da Ayzad (esperto nel campo dell’eros insolito, scrittore e personal coach), Chiara Borroni (collaboratrice per la rivista Cineforum, selezionatrice del Torino Film Festival) e Silvia Magino (progettista in ambito sociale e culturale) ha assegnato il Premio come miglior lungometraggio a

League Of Exotic Dancers di Rama Rau (2015, Stati Uniti, 90′)

MOTIVAZIONE

Per la sensibilità umana e il grande senso della narrazione con cui Rama Rau svolge la sua ricerca mettendo al centro del racconto figure femminili libere, capaci di difendere con orgoglio il proprio diritto all’identità personale. Politicamente necessario in questa epoca di sessismo e conflitto di genere, sagace, dolente e sfavillante di lustrini, una combinazione vincente.

SINOSSI

Piume, paillettes, fantasie sexy e coreografie provocanti: l’arte del burlesque è questo e molto altro. Ce lo dimostra la regista indiana Rama Rau, che ha incontrato le dive del palcoscenico che, dagli anni 60 fino a oggi, hanno vissuto luci e ombre, splendori e miserie, di un universo sfavillante che le considera ancora regine. Come Kitten Natividad, già attrice-feticcio, musa e amante di Russ Meyer.

Menzione speciale

La giuria assegna una menzione speciale ai documentari CHURCHROAD di Robin Vogel (2014, Paesi Bassi, 54′) – per l’onestà con cui il regista si mette in gioco realizzando un ritratto in soggettiva di un mondo sotterraneo dove si incontrano desideri e corpi – e AUDAZ SE ELEVA di Mariano Torres, Lisandro Leiva (2016, Argentina, 107′) – per la pregevole ricerca su un tema misconosciuto che trova nell’autorevolezza e nella varietà dei testimoni la sua maggiore forza.

La giuria del Concorso Cortometraggi composta da Enrico Petrilli (sociologo del piacere), Rino Stefano Tagliafierro (regista e videoartista) e Cikiti Zeta (visual artist, pittrice e illustratrice) ha assegnato il Premio come miglior cortometraggio a

MEMORIES OF A MACHINE di Shailaja Padindala (2016, India, 10′)

MOTIVAZIONE

Per la non convenzionalità di come sono stati affrontati più temi controversi. Per la capacità dell’attrice e del regista di mettere in scena l’intimità di una coppia in modo spontaneo, diretto e senza pregiudizi.

SINOSSI

Le confessioni di una ragazza indiana in camera da letto davanti ad una videocamera: la sua prima volta, il rapporto con il sesso e la femminilità in una società tradizionalista, descritti con disarmante e irresistibile schiettezza.

Menzione speciale

TROUSER BAR di Kristen Bjorn (2016, Regno Unito, 20′)

Per la strepitosa ricerca stilistica, l’ironia, il ritmo incalzante dato da una perfetta fusione di musica e immagini, un ridondante tripudio di velluti, parrucche e verghe marmoree.

Infine il Premio come miglior cortometraggio XXX è andato a

HEIMAT XXX di Sebastian Dominic Auer (2016, Germania, 12′)

MOTIVAZIONE

Per il trattamento contemporaneo delle immagini, l’accurata fotografia, l’esoterismo teutonico che esaltano la fusione tra corpi e natura.

SINOSSI

Un antico rituale pagano di fertilità e rinascita ci trasporta sulle montagne teutoniche al risvegliarsi della primavera: due creature dei boschi, barbute e tatuate, celebrano il ritorno della vita in un amplesso tra natura e contemporaneità.

Menzione speciale

BREATHTAKING di Morgana Muses (2016, Australia, 17′)

Per aver documentato in prima persona come la ricerca del piacere vada oltre i limiti del corpo. Per averci mostrato come naturalezza, fiducia e abbandono siano necessari per il raggiungimento di estasi inesplorate.

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