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Economia

Api Torino: “Si chiude un anno nero, attese positive per il 2017”

Redazione Quotidiano Piemontese

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Doveva essere l’anno della ripartenza e invece si è rivelato negativo come quelli precedenti. Il 2016 per le PMI si è chiuso male. Ma dovrebbe andare meglio il 2017. La sintesi della situazione delle piccole e medie imprese torinesi è contenuta nella consueta analisi effettuata dall’Ufficio Studi di API Torino che non lascia spazio a dubbi. Il 2016 si è concluso con un inequivocabile calo degli indicatori economici. Per il 2017 gli imprenditori si dicono infatti cautamente ottimisti sul futuro.

“Quanto registrato da API – commenta il Presidente dell’Associazione, Corrado Alberto -, indica che il 2016 sarebbe dovuto essere l’anno della ripresa e invece, ancora una volta, i risultati hanno disatteso le aspettative più spregiudicate, restituendo un’economia fiacca all’interno di una cornice politico-istituzionale incerta e distratta rispetto alle priorità dell’economia reale”. Il Presidente delle PMI aggiunge: “Da parte nostra avevamo già registrato un peggioramento della situazione sei mesi fa. Il nostro allarme non è stato ascoltato. Non vogliamo fare la parte delle Cassandre, ma ci sono dati obiettivi che la politica e le istituzioni si rifiutano di cogliere. Il cambio di passo dei decisori di politica economica e industriale, che pur alcuni risultati ha raggiunto, non c’è stato”.

“Serve – dice ancora Alberto -, un’attenzione superiore al sistema della produzione e della manifattura. Il clima istituzionale e politico, oltre che internazionale, non agevolano certo programmi a lunga scadenza. Ma l’azione su burocrazia, credito, incentivi sul fronte del lavoro e per la domanda interna oltre che per l’export, continuano ad essere importanti”.

COSA È ACCADUTO NEL 2016
Secondo le dichiarazioni degli imprenditori torinesi, i livelli di ordini e fatturato hanno segnato un netto peggioramento rispetto alla prima parte del 2016. Solo il miglior andamento sui mercati europei ha permesso, e solo in minima parte, di mitigare il generale calo congiunturale.
Anche per le imprese manifatturiere il secondo semestre 2016 è stato sfavorevole a confronto con la prima parte dell’anno. I livelli di produzione segnano un saldo nullo e la capacità produttiva degli impianti rimane ferma al 71,5%, con la previsione che possa scendere al 69,4% nei prossimi mesi. Aumenta al 19,5% del campione la raccolta di ordini di durata limitata ad appena 15 giorni; mentre per il 56,1% delle imprese gli ordini si esauriscono entro massimo 30 giorni.
A Torino, nel periodo gennaio-novembre 2016 sono state autorizzate oltre 54 milioni di ore di Cassa Integrazione Guadagni (+20% rispetto allo stesso periodo del 2015), in questo modo Torino pesa il 10% del dato nazionale e il 73% di quello regionale.

COSA ACCADRA’ NEL 2017
Stando sempre alle rilevazioni dell’Ufficio Studi, secondo il 37,9% degli imprenditori torinesi il nuovo anno inizierà meglio di come si è concluso il 2016. In altri termini, dopo la brusca frenata attesa con le previsioni formulate a luglio 2016 (nonché confermata dai risultati a consuntivo del IIo semestre 2016), il grado di fiducia degli imprenditori torinesi torna, solo parzialmente, a risalire: il saldo Ottimisti-Pessimisti passa da +7,1% a +12,6%.
Positive le previsioni per ordini, produzione e fatturato che rispettivamente raggiungono saldi pari al +13,4%, al +14,9% e ancora al 13,4%. Questi segnali positivi, tuttavia, non sono accompagnati da un’inversione di tendenza nel mercato interno, che infatti presenta nuovamente la sua strutturale debolezza. Come più volte osservato, l’economia locale procede a due velocità: da un lato ci sono le imprese esportatrici, che dichiarano un chiaro ottimismo per il primo semestre del 2017; dall’altro lato, ci sono le PMI che operano limitatamente in Italia (45% del campione), con aspettative più ridimensionate, addirittura negative per quanto riguarda il fatturato.
Nei prossimi mesi è previsto un dinamismo favorevole nel mercato del lavoro: secondo le previsioni raccolte l’11,1% degli imprenditori avvierà nuove assunzioni, mentre il 3,7% prevede la riduzione dell’organico. Il saldo previsionale è positivo pari a +7,4% (contro il precedente -2,5%).

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