Ambiente
La settimana nera dei lupi piemontesi: tutti investiti i tre esemplari rinvenuti la scorsa settimana
Sono tutti deceduti a causa di un impatto con un veicolo i tre lupi rinvenuti all’inizio della settimana scorsa. Lo accertano i risultati della necroscopia svolta mercoledì 14 dicembre a cura dell’Università di Torino in collaborazione con il Dipartimento di Veterinaria, l’Istituto Zooprofilattico, il Centro Grandi Carnivori, i Parchi Alpi Cozie e la Città Metropolitana di Torino ha permesso di stabilire che sono deceduti a causa dell’impatto con un veicolo.
La femmina di circa due anni recuperata martedì 6 dicembre lungo la linea ferroviaria in prossimità di Exilles dai guardiaparco del Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand con la collaborazione del Corpo Forestale dello Stato è stata investita dal treno. Si trovava all’interno del territorio occupato dai lupi del branco del Gran Bosco, presente stabilmente dal 1996: potrebbe essere una componente del branco, ennesima vittima del traffico su una delle molte e trafficate vie di comunicazione che spezzettano il territorio dei branchi della Val di Susa. In questo tratto della Valle si registra infatti il più alto numero di investimenti a livello regionale, l’impatto sulla popolazione di lupo è molto alto, e l’ipotizzati nuovo cantiere della TAV costituirebbe un ulteriore grave impatto sulla specie.
Si sono rivelati giovani lupi nati nel 2016 gli esemplari recuperati quasi contemporaneamente in Valle dell’Orco (TO) dal Parco Nazionale del Gran Paradiso e dalla Città Metropolitana di Torino, e, a distanza di circa 100 km, in Valle Po (CN), a Gambasca, dal Comprensorio Alpino di Caccia CN1. Entrambe le vallate sono occupate da un branco territoriale di lupi e questi giovani ne erano probabilmente membri.
Il caso di questi lupi investiti in tre aree molto distanti tra loro in Piemonte mette in luce la grande vulnerabilità della specie, che attualmente occupa in modo stabile buona parte del territorio alpino delle province di Cuneo e Torino. Mediamente, infatti, solo un cucciolo su quattro riesce a diventare adulto: gli altri muoiono per varie cause, due delle più importanti sono l’impatto con un veicolo e il bracconaggio.
La popolazione di lupo in Piemonte è cresciuta in questi anni, e l’aumentare del ritrovamento di lupi morti rispecchia questa tendenza. La stima minima della popolazione alpina di lupo in Piemonte relativa all’anno 2014-2015 ha individuato 19 branchi e 6 coppie, di cui 12 branchi e 4 coppie in provincia di Cuneo e 7 branchi e 2 coppie in Provincia di Torino. Questi dati, insieme a quelli relativi al recupero di lupi morti, sono consultabili e scaricabili dal sito www.lifewolfalps.eu. E’ invece in corso la stima più accurata della presenza del lupo in Piemonte per l’anno 2016 grazie alla collaborazione di oramai tutte le Istituzioni territoriali piemontesi.
In tutti e tre i casi, solo le analisi genetiche potranno dirci qualcosa di più sui branchi di appartenenza degli animali, permettendo di migliorare le conoscenze sulle dinamiche della popolazione di lupo. Ogni individuo ritrovato è infatti una fonte preziosa di informazioni per la collettività: per questo tutte le istituzioni collaborano attivamente per i recuperi e le analisi delle carcasse, in base a un efficace protocollo condiviso, oggetto di una delibera regionale.
Ogni tanto, però, questo meccanismo si inceppa. Ancora la settimana scorsa (a quanto pare una settimana davvero sfortunata per i lupi piemontesi) è stata avvistata una carcassa di lupo a bordo strada nella zona di Montezemolo (CN). Avvistata, non recuperata. Ignoti hanno pensato di rimuoverla senza dare informazione alle istituzioni competenti, salvo poi pubblicarne la foto su Facebook: oltre che costituire un grave reato, questo gesto denota ignoranza delle normative comuni, particolarmente importanti per le specie protette. In merito alla vicenda sono in corso degli accertamenti.
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