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Natale coi fiocchi, la Soprintendenza blocca la tendopoli di piazza Statuto

Gabriele Farina

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Non c’è pace per il Natale coi Fiocchi voluto dal comune di Torino e organizzato dalla Cat. La soprintendente alle Belle Arti Luisa Papotti ha emesso un “provvedimento di diniego all’autorizzazione commerciale per l’insediamento delle bancarelle” di piazza Statuto. In pratica ne ha ordinato lo sgombero.

La tendopoli non è piaciuta alla Soprintendenza, che del resto aveva già indicato nel dare il via libera all’utilizzo della piazza che lì non ci fossero tensostrutture. Questa mattina i vigili hanno dato seguito al provvedimento. Inevitabili le proteste dei commercianti, che per quegli spazi hanno pagato anche 3000 euro. Il Cat ha proposto loro di spostarsi in corso Marconi, dove il mercatino previsto non è mai partito. (aggiornamento: il mercatino è stato effettivamente spostato in corso Marconi)

Solo ieri la Soprintendenza aveva ordinato di smontare le due casette sorte in piazza Carlo Alberto, accanto alla pista di pattinaggio. Anche quelle erano espressamente vietate nell’ordinanza di accettazione della piazza. Rimangono invece le due strutture tecniche a sostegno della pista di ghiaccio.

Intanto oggi la responsabile del Cat, Selene Solinas, è stata convocata in comune per rendere conto del mancato concerto gospel che era previsto e non c’è stato.

Le polemiche relative al Natale coi Fiocchi sono cominciate già al momento dell’assegnazione del bando vinto dal Cat, poichè l’associazione era nata solo ad agosto e perchè il bando era stato modificato una volta aperto per permettere di partecipare anche alle associazioni (il Cat, appunto). In realtà c’è anche un prequel, visto che il bando è stato fatto due volte (il primo era stato annullato perchè la mail era stata inviata ai partecipanti con i destinatari in chiaro). Le polemiche sono poi proseguite con lo sconto del 75% fatto allo stesso Cat (a bando chiuso e lavori assegnati) e sono diventate di fuoco quando gli organizzatori hanno cominciato a vendere gli spazi ai commercianti. Un pasticcio di luoghi autorizzati, vietati e comunque venduti, poi ritirati. Tanto che sull’opuscolo ufficiale dell’evento compaiono piazze in cui dovrebbero esserci mercatini che invece sono ora assolutamente vuote, e non ne compaiono altre in cui è invece possibile trovare le casette natalizie.

Ultima polemica infine (almeno per il momento) sulla qualità e sui costi delle casette natalizie. Avrebbero, da bando, dovuto essere assegnate ad artigiani e prodotti locali e invece è possibile acquistare di tutto, dalle pentole alle soppressate. Gli artigiani fanno anche notare che i prezzi di affitto (fino a 9.000 euro) non erano assolutamente avvicinabili per la categoria e inevitabilmente sono finiti a grosse catene specializzate.

Aggiornamento 10 dicembre: è saltato anche il mercatino di Parco Dora.

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