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Malato terminale di Torino chiede di essere plastinato per mostrare i danni della malattia sul suo corpo
Un’associazione che offre consulenze in Svizzera nel settore della morte assistita ha contattato la direzione della mostra “Real Bodies, scopri il corpo umano”, attualmente a Milano, per ottenere informazioni sulle liste d’attesa per la plastinazione. La richiesta di informazioni è scaturita dalle ultime volontà di un malato terminale originario di Torino, ora cittadino svizzero, che si prepara a diventare ospite di una clinica elvetica. L’aspirante plastinato post mortem, fra le ultime sue volontà formalizzate in una integrazione al suo testamento biologico, ha infatti espresso il desiderio di donare il suo corpo, o almeno una parte, alla scienza con il preciso intento di farlo plastinare per mostrare a più persone possibili i danni che la malattia incurabile ha causato negli ultimi anni della sua vita. L’obiettivo dichiarato è sensibilizzare la società civile spronandola ad investire più risorse nella ricerca scientifica della cura alla particolare malattia che lo ha colpito.
L’associazione ha voluto fornire anche dei dati, considerato che le cliniche svizzere non rilasciano stime sulle cifre di chi richiede la morte assistita, dai quali traspare un fenomeno in crescita quello di chi sceglie di raggiungere la Svizzera per programmare l’ultimo viaggio verso l’ignoto. Una pratica che oltre confine è legale con alcune centinaia di suicidi assistiti all’anno, di cui molti di origine straniera. Secondo l’associazione sarebbero fino a 200 gli italiani che ogni anno ne fanno richiesta, disposti a pagare cifre che superano anche 10 mila euro, ma le domande di prenotazione coperte da assoluta privacy vanno a buon fine solamente per una minima parte. Circa la metà degli aspiranti infatti ci ripensano dopo colloqui con medici e psicologi, ma soprattutto per ogni richiedente che viene autorizzato ve ne sono altre decine che non ricevono l’avvallo delle autorità mediche svizzere per il percorso di auto soppressione consapevole.
Qui di seguito alcune immagini della mostra “Real Bodies”
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