Cultura
“An evening with King Crimson” al teatro Colosseo
Un gruppo che a detta del suo fondatore e cardine indiscusso, Robert Fripp, non sarebbe più dovuto tornare e invece questo 2016 ci ha regalato proprio il ritorno dei King Crimson, nel loro The Elements Of King Crimson Tour, per ben due sere da tutto esaurito al Teatro Colosseo di Torino.
Davvero imperdibile l’appuntamento per i loro storici fan, un pubblico decisamente con pochi giovani, per uno dei più influenti gruppi della musica internazionale, capace come pochi di coniugare in oltre quarant’anni attività, generi apparentemente diversi tra loro, jazz, classica, progressive, psichedelia, hard rock, new wave, e musica elettronica.
Uno show fantasmagorico, oltre due ore di musica di altissima qualità, con una fusione perfetta tra i sette strumentisti presenti. Sul palco, insieme al leader Rober Fripp, virtuoso assoluto della chitarra e polistrumentista, il sassofonista Mel Collins, Tony Levin, altra star della musica internazionale, al basso, Jakko Jakszyk alla chitarra e voce e i tre batteristi, nota particolare, Gavin Harrison, Jeremy Stacey e Pat Mastelotto.
Band di culto e seminale, che ha fatto la storia del progressive e del rock, influenzando molti artisti contemporanei, di genere musicale diverso, grazie alla loro incredibile poliedricità. Le collaborazioni di Fripp con musicisti come David Bowie, Peter Gabriel, Brian Eno, Blondie, Talking Heads, per citarne alcuni, e anche di Tony Levin e Pat Mastelotto, ne fanno una vera leggenda della storia del rock.
Il tutto apprezzato ieri sera su palco, uno show di pura energia, ricco di riferimenti alla musica anni 60, all’improvvisazione jazz, ma anche incredibilmente attuale. Davvero potente l’impatto delle tre batterie poste davanti a tutti sul palco, una base ritmica impressionante, sostenuta dal basso multiforme di Tony Levin, la voce magnifica di Jakko Jakszyk e l’incredibile maestria nel gestire lo show e nel destreggiarsi nei suoi famosi assoli di chitarra di Robert Fripp, che ne fanno una delle vere leggenda di questo strumento.
Due parti di concerto, separate da una pausa, in cui il “Re Cremisi”, pesca a piene mani dai diversi album e periodi della sua carriera. Mai una pausa, un continuo crescendo, di potenza e intensità, culminato in un finale con una magnifica “Heroes”, omaggio a David Bowie e una ipnotica e devastante “21st Century Schizoid Man”, assoluto capolavoro della band.
Organizzava D’alessandro e Galli, un concerto con il divieto assoluto di fotografare o riprendere la band, come annunciato da cartelli posti sul palco e più volte da uno speaker, tranne nel saluto finale, dove Tony Levin riprendeva il pubblico e consentiva al pubblico di scattare, solo in quel momento, una foto. Una serata epica per la musica e per Torino.
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