Piemonte
Una petizione per denunciare la chiusura anche in Piemonte dei servizi contro la tratta di esseri umani
Già più di 5mila persone hanno firmato la petizione lanciata da Giulia Beato, studentessa di diritti umani, per denunciare la chiusura dei servizi contro la tratta di esseri umani in diverse regioni italiane, tra cui il Piemonte.
“Dal 1 settembre le ragazze che vorranno sottrarsi alla rete criminale che le obbliga a prostituirsi, in alcune aree dell’Italia come la Sardegna, la Basilicata, il Piemonte, la Valle d’Aosta, la Liguria e in alcune zone della Sicilia, non potranno più rivolgersi ai servizi di assistenza, presenti da anni sul territorio. Alla base della decisione del dipartimento per le pari opportunità di escludere alcune associazioni e regioni dai finanziamenti ci sono motivi diversi. Nel caso del Piemonte c’è stato un errore tecnico nella compilazione del bando da parte della regione.
In Italia, paese di approdo per molte ragazze, è attivo dal 2000 un programma di assistenza e protezione delle vittime di tratta, che dalla fine degli anni novanta sono state più di 60mila, secondo alcune stime del governo”, aggiunge. “Il programma prevede che le ragazze costrette a prostituirsi siano aiutate a sottrarsi alle minacce dei loro sfruttatori, che siano accolte in case rifugio. Tra qualche giorno questo programma sarà chiuso, anche a causa di ritardi burocratici nella presentazione dei bandi.
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