Sport
Luisa Trombetti della Rari Nantes Torino sarà l’unica tra i nuotatori piemontesi ai prossimi giochi olimpici di Rio
Partiamo dal momento della convocazione. Che cosa hai provato quando hai scoperto che andrai a Rio?
È stata davvero un’emozione mai vissuta prima, il giorno più bello della mia vita. Un po’ me l’aspettavo, ma non ci ho creduto finché non è arrivata l’ufficializzazione.
Il tuo è stato un anno di crescita: i personali abbassati, i titoli italiani, due finali Europee (in vasca corta e poi lunga), la vittoria ai Settecolli. Come sei riuscita a gestire al meglio una stagione così impegnativa, senza mai sbagliare un colpo?
Andrea (Grassini, ndr), il mio allenatore, mi ha aiutata moltissimo, seguendomi e supportandomi a livello fisico e mentale. Questa è stata effettivamente una stagione impegnativa: le qualificazioni, gli Europei, il tempo cercato per le Olimpiadi… la concentrazione, comunque, non è mai mancata e ora che so che andrò a Rio ho un’ulteriore spinta per allenarmi. Dopo staccherò la spina, visto che è da novembre che non mollo un colpo.
A proposito di allenamenti, come sta andando questa fase della tua preparazione?
Molto bene, adesso sono in collegiale a Verona dove mi alleno con Stefano Franceschi, una scelta fatta alla ricerca di un ambiente più stimolante in questo periodo particolare. Sabato 9 luglio torno a Torino, poi il 22 voleremo a Santos, in Brasile, per “acclimatarci” e concludere gli allenamenti.
Quali sono i tuoi obiettivi per Rio?
Gareggiare al meglio. La finale la vedo difficilissima, sarei felice di segnare il mio personale.
Oltre ad un’atleta professionista, sei anche una studentessa universitaria di Economia. Come concili sport e studio?
Faccio il meglio che posso, anche se non è facile, in primo luogo perché spesso le date delle sessioni d’esame coincidono con quelle delle gare e poi perché nella maggior parte dei casi gli studenti non frequentanti non vengono in alcun modo capiti, anzi. Nella scuola italiana non c’è la cultura dello sport, all’estero esistono situazioni molto diverse. In ogni caso, conto di laurearmi alla fine dell’anno prossimo.
Cosa consiglieresti ad una ragazzina che sta muovendo i suoi primi passi nel nuoto agonistico?
Prima di tutto di divertirsi, amare quello che fa e viverlo con serenità, senza troppe pressioni. La presenza di un allenatore competente è importante fin da subito e, naturalmente, impegno e dedizione sono fondamentali.
Oltre alla convocazione per Rio, quali sono gli altri momenti più felici che ricordi di quest’anno?
Mi vengono in mente, in particolare, gli Europei in vasca corta e in vasca lunga e soprattutto le due finali nei 400 misti. Di momenti memorabili, però, ce ne sono stati tanti e sono sicura che non mancheranno in questo periodo che mi separa dalle Olimpiadi, anche per merito della squadra stupenda con cui ho la fortuna di nuotare. Il clima del gruppo è fantastico e, anche grazie ai ragazzi più giovani che da quest’anno sono passati in prima squadra con me e a cui mi “attacco” in allenamento, ho trovato nuovi stimoli in acqua.
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