Cultura
Quando a Mirafiori si volava
Correva l’8 luglio del 1908, quando venne organizzata la prima manifestazione aviatoria italiana, con il famoso pilota francese Léon Delagrange che in Piazza d’Armi effettuò la prima prova di volo con un aereo a motore. L’aereo si levò di qualche metro da terra, percorse una distanza di circa 250 metri, poi si schiantò al suolo. Tale memorabile impresa vide anche la presenza della scultrice Teresa Péltier, che si ricorda, proprio in quell’occasione, quale prima donna a volare su un aereo a motore.
Dall’anno successivo, l’aviazione italiana inizia il suo vero debutto, con l’esordio dei primi velivoli di produzione e la nascita della Società Aviazione Torino (SAT) – sezione torinese della Società Aviazione Italiana – facendo sì che in città cominciassero a nascere e svilupparsi industrie dedicate alla progettazione ed alla produzione aeronautica (Chiribiri, Miller, SIT, Pomilio nonchè la stessa FIAT). Ma fu nei vasti spazi della campagna di Mirafiori, adattati a campo volo, che vennero effettuati i primi collaudi e gli esperimenti di volo degli apparecchi prodotti.
Nel 1910 fu organizzata la seconda Esposizione Aeronautica Italiana, abbinata al Salone dell’Automobile e le prime sfide aviatorie di Torino, con i velivoli rivali schierati sulla pista dello scomparso Ippodromo di Mirafiori. Le gare, organizzate dalla “Stampa Sportiva” videro la partecipazione di un pubblico numerosissimo. “L’ippodromo è gremito; lungo il viale diretto a Stupinigi non vi è posto neanche sui rami degli alberi” ricorda una fonte dell’epoca, tanto che “i proprietari dei campi circostanti, invasi dal pubblico, arrivano a far pagare la postazione a chi desiderasse un punto di vista migliore per seguire lo spettacolo.”
Si rende a quel punto evidente la necessità di dotare Torino di un vero campo volo: gli spazi dell’ippodromo non sono più adeguati alle nuove esigenze della nascente industria aviatoria. I tecnici della SAT individuano quindi un’area di 300.000 mq compresa tra strada delle Cacce e strada Castello di Mirafiori quale luogo ideale per il nuovo aerodromo, destinato a diventare persino da lì a pochi anni il più importante d’Italia.
L’inaugurazione avvenne quindi nel 1911, in occasione delle celebrazioni per il cinquantenario dell’Unità d’Italia e si susseguirono grandi festeggiamenti che videro la partecipazione di tutta la bella società torinese in occasione della settimana di gara aviatoria: dal 18 al 25 giugno infatti, si sfidarono sul campo 14 concorrenti di varia nazionalità, fra i quali gli italiani Manissero, Neri, Faccioli, Cobianchi, Cagno, Rossi, Macafico. (E proprio ad Aristide Faccioli verrà successivamente dedicata una strada del quartiere.)
Come ricordano le cronache giornalistiche dell’epoca, “l’aerodromo di Mirafiori, unanimemente riconosciuto dai competenti nazionali ed esteri come uno dei migliori, ospita anche tutte le aziende artigianali che producono aerei.”
Quindi lo spazio del campo volo di Mirafiori non era solo una pista per decolli e atterraggi, ma, ospitando oltre agli hangar anche le aziende costruttive, poteva a buona ragione definirsi un sito deputato alla declinazione di ogni fase del volo.
Ma, sebbene i decolli dal campo volo fossero frequentissimi, l’aerodromo veniva in quel periodo ancora considerato uno dei tanti padiglioni della famosa Esposizione Internazionale del 1911, ovvero luogo da dismettere in breve tempo. Fu l’interessamento delle autorità torinesi dell’epoca, dei costruttori aeronautici e degli enti militari a salvare l’aeroporto e a rilanciarlo, soprattutto per la presenza al suo interno della prima scuola per aviatori fondata da Antonio Chiribiri (1867-1944), un ex operaio, specializzatosi nelle industrie automobilistiche, divenuto infine progettista di aerei. I primi “piloti brevettati” dalla scuola ne divengono gli insegnanti e organizzano escursioni aeree con passeggeri “facendo fare loro un volo di tre giri dell’Aerodromo (Km 91) dietro pagamento di L. 6”, come pubblicizzato sui manifesti di quegli anni.
Il clima politico dell’epoca fece sì che presto venissero colte le potenzialità di un impiego per usi militari dell’aviazione, tanto che il 1° luglio del 1912 viene costituito il primo Battaglione Aviatori – con sede operativa a Mirafiori – dal quale dipenderanno tutti i reparti relativi all’aviazione militare. Dato lo stretto contatto che questa dovrà mantenere con l’industria aeronautica fornitrice del materiale di volo – dalla progettazione alla produzione – Torino viene scelta come sede ideale per la sua crescente importanza in campo meccanico e industriale. L’aerodromo di Mirafiori comincia quindi ad accogliere reparti militari. Da qui partiranno gli aerei della “Flottiglia degli Aviatori Volontari” che combatteranno in Cirenaica, durante la guerra di Libia nel 1912.
Date quindi le intense relazioni tra le società di costruzione degli aerei e i militari, si venne a creare una vera e propria “industria dell’aviazione” attorno all’aerodromo di Mirafiori. Il 28 marzo 1923 si costituisce l’Aeronautica Militare Italiana e l’aeroporto di Mirafiori ospita diversi stormi aerei da combattimento e da ricognizione.
Nel 1933 viene quindi fondato, su una porzione dell’aeroporto, l’AeroClub “Gino Lisa”, che organizza riunioni turistiche e sportive.
Nel corso degli anni Trenta, venne realizzata una nuova aerostazione più grande e moderna per passeggeri e merci nell’angolo nord est del campo volo, per garantire una più agevole accessibilità dalla strada di Stupinigi, piuttosto che dalla trafficata via Nizza. L’entrata in servizio ufficiale è nel 1936 con due linee che collegavano Roma e Milano.
L’aeroporto di Mirafiori funziona a pieno regime fino alla seconda guerra mondiale, quando, sempre a luglio, subisce pesanti bombardamenti da parte delle forze alleate, e, in aggiunta, le truppe tedesche in ritirata nell’aprile del 1945 ne distruggono non solo tutte le attrezzature esistenti, ma anche ogni documentazione relativa, segnandone l’irrimediabile fine e la perdita di memoria collettiva.
Con l’apertura del nuovo aeroporto di Caselle (1953) l’attività aerea di Mirafiori diventa inutile e i terreni sono restituiti alla Città, che, nel 1963, decide di costruire un quartiere di edilizia pubblica lungo la via Artom, lasciandone una parte intonsa per la creazione del parco Gustavo Colonnetti.
Di tutta la sua gloriosa storia rimane oggi solo un monumento con una lapide che pomposamente recita: “Vecchio campo di Mirafiori, sorto presso la FIAT Aviazione, fervida fucina d’ali primigenie, di qui le leggendarie squadriglie militari agli albori del secolo, sfrecciano a violare arditissime il silenzioso reame delle aquile”.
Il basamento di cemento armato che regge il monumento resta così davvero l’ultimo ricordo dell’aeroporto, essendone l’unica parte non rasa al suolo del rifugio antiaereo realizzato di fianco alla palazzina degli ufficiali. Le voci del quartiere hanno sempre romanticamente attribuito questo moncone alla torre di controllo dell’aeroporto, ma, in realtà, il traffico aereo era controllato solo attraverso dei bassi fabbricati, dai quali venivano gestite le operazioni di decollo e atterraggio, all’epoca ancora molto limitate.
(tratto da: “Mirafiori Sud – Vita e storie oltre la fabbrica” di Federico Guiati e Erika Anna Savio – Graphot editrice)
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